Istat. Il Pil cresce nel 2021 del +6,5%, ma calano i settori di agricoltura e pesca. Allarme delle associazioni di categoria

ROMA – Crescita record del Pil italiano nel 2021: il balzo del 6,5% sull’anno precedente fa registrare numeri che non si vedevano dal lontano 1995. Ora il prodotto interno lordo del Paese si trova a 0,5 punti sotto il livello pre crisi. A fotografare il quadro dell’andamento della crescita del Paese è l’Istat che il prossimo 1 marzo presenterà il rapporto sull’economia italiana sul 2021. Intanto già nei primi mesi del 2022 continua il trend positivo con un +2,4%.

Secondo l’anticipazione dell’Istat, l’economia italiana registra per il quarto trimestre consecutivo una espansione, seppure a ritmi più moderati rispetto ai periodi precedenti. Anche dal lato tendenziale, la crescita è risultata molto sostenuta, superiore ai 6 punti percentuali. La stima preliminare che ha, come sempre, natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta uno sviluppo ulteriore del settore dell’industria e dei servizi, mentre si registra un calo in quello dell’agricoltura e della pesca.

Secondo Coldiretti a pesare sull’andamento del Pil sarebbe stato il balzo dei costi energetici che si trasferirebbe a valanga sui costi di produzione e sui bilanci delle imprese, dai carburanti ai fertilizzanti, dalle macchine agli imballaggi fino ai mangimi per alimentare il bestiame. L’aumento dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Rincari che peserebbero anche sui costi di produzione (plastica, imballaggi ecc.). “Maggiore responsabilità della intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle e continuare a garantire le forniture alimentari alla popolazione con l’avanzare dei contagi che mette a rischio gli scambi commerciali”, chiede l’associazione di Palazzo Rospigliosi.

Diversa la lettura di Confagricoltura  che evidenzia come il settore agroalimentare abbia assicurato un contributo importante alla ripresa dell’economia italiana registrata lo scorso anno, grazie anche alle esportazioni di settore che, con oltre 51 miliardi di euro, hanno raggiunto il massimo storico, ma che tuttavia propone al Governo l’apertura di un tavolo con tutte le componenti della filiera agroalimentare, per tentare di concordare una strategia comune utile ad affrontare la difficile situazione in atto tra rincari delle materie prime e inflazioni. Con l’auspicio che, come previsto dalla Banca centrale europea, le tensioni inflattive si riducano nella seconda parte di quest’anno.

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