Smart e green: l’identikit dell’agricoltore del futuro secondo l’Osservatorio Edagricole-Nomisma

BOLOGNA – Il 78% utilizza già una o più soluzioni digitali, il 74% punta sulle innovazioni nel campo delle biotecnologie e alle soluzioni per la tutela del suolo e il risparmio idrico, ritenendoli gli obiettivi più importanti in ottica sostenibilità. Sono i giovani agricoltori a sostenere la transizione ecologica e digitale dell’agricoltura italiana: lo certifica l’edizione 2022 dell’Osservatorio Edagricole- Nomisma in collaborazione con Bayer. È Valeria Villani dell’azienda Carlini di Gualtieri (Reggio Emilia) ad aggiudicarsi l’edizione 2022 del premio “L’agricoltura è giovane” collegata all’Osservatorio.

L’Osservatorio Giovani Agricoltori di Edagricole-Nomisma certifica che gli imprenditori agricoli under 40 sono i più predisposti nei confronti dell’innovazione, i più attivi nell’individuare soluzioni in grado di coniugare le ambizioni di sostenibilità con gli obiettivi di resa e redditività. L’identikit Smart & Green del giovane agricoltore 4.0 arrivato alla seconda edizione, realizzato in collaborazione con Bayer attraverso una survey su un campione di 510 realtà produttive, è stato tracciato da Ersilia di Tullio di Nomisma alla Fieragricola di Verona in occasione dell’evento “La sostenibilità passa dall’innovazione” organizzato da Edagricole in presenza e in diretta facebook. Il profilo che emerge è quello di una nuova generazione di imprenditori agricoli italiani competenti, interconnessi e aperti all’innovazione.

In particolare è in forte crescita l’introduzione di tecnologie digitali nelle imprese condotte da under 40, applicazioni impiegate spesso come chiave per realizzare la transizione ecologica auspicata dal Green deal europeo e in particolare per la sfida più ambiziosa, ovvero quella della neutralità climatica e della mitigazione del climate change entro il 2035. Sale al 78% la percentuale di giovani agricoltori che utilizza una o più soluzioni di agricoltura digitale per migliorare la sostenibilità, la gestione aziendale e/o per valorizzare la qualità delle produzioni (erano il 45% un anno fa). Il 27% del campione utilizza 3 o 4 tecnologie 4.0 e il 10% ha introdotto 5 e più sistemi hi-tech nella propria impresa agricola. Il 40% impiega registri digitali per i trattamenti, il 33% macchine con guida assistita o semi automatica. Ma per oltre l’80% dei giovani imprenditori le tecnologie che contribuiscono di più a rendere sostenibile l’agricoltura sono i Dss (sistemi di supporto alle decisioni) per la difesa fitosanitaria, la sensoristica e le centraline meteo. La loro attenzione alla qualità delle produzioni è testimoniata dalla presenza di certificazioni (produzione integrata, bio, globalgap, dop ecc) sul 68% delle imprese in cui sono coinvolti nella direzione. Si tratta di una generazione aperta alle evoluzioni nel campo delle biotecnologie (74%) e alle soluzioni per la tutela del suolo e il risparmio idrico, ritenendoli gli obiettivi più importanti in ottica sostenibilità.

È Valeria Villani dell’azienda agricola Carlini di Gualtieri (Reggio Emilia) ad aggiudicarsi la seconda edizione del premio #Lagricolturaègiovane collegato all’Osservatorio Giovani Agricoltori Edagricole-Nomisma in partnership con Bayer. Grazie all’applicazione di tecnologie 4.0, per il perseguimento di obiettivi di carbon farming anche nell’attività di contoterzista, ha favorito la transizione non solo della sua azienda ma di un intero territorio.

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