Ucraina. Gli agromeccanici di CAI rispondono con entusiasmo alla proposta di allargare le terre coltivabili

ROMA – Rispondendo alle proposte avanzate da tutte le rappresentanze sindacali europee, sono state finalmente approvate le prime misure concrete per ridurre la dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli strategici. L’evoluzione della crisi ucraina e le conseguenti perturbazioni intervenute sul mercato delle commodities, espressione tangibile della globalizzazione, hanno spinto ad aumentare le superfici investite a tali colture, rivelatesi fondamentali per la stabilità economica dell’Unione Europea. Questo il pensiero di CAI, la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori italiani.

Il provvedimento, secondo CAI, deroga rispetto alle disposizioni dei Regolamenti 1307/2013 e 639/2014 riguardo alla diversificazione colturale e all’obbligo dell’inverdimento (o greening). La deroga, che vale solo per il 2022, ultimo anno di applicazione della vecchia PAC, concede agli Stati membri la facoltà di decidere in autonomia come considerare i terreni lasciati a riposo, se cioè ammetterli come coltura distinta o considerarli come area d’interesse ecologico.

Il Presidente di CAI, Gianni Dalla Bernardina, ha manifestato la sua soddisfazione per la nuova impostazione adottata dalla Commissione, che viene incontro alle proposte per incrementare almeno per il 2022 le superfici coltivabili, auspicando che possa essere proseguita anche negli anni a venire, come peraltro già richiesto

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