Zootecnia. Aral, la Lombardia si conferma polo zootecnico nazionale con numeri in crescita

MONTICHIARI (BS) – “I numeri in forte crescita del 2021 confermano ARAL come un importante punto di riferimento per la realtà allevatoriale lombarda: mai come ora, alla luce delle difficoltà generate prima dalla pandemia e poi dal conflitto russo-ucraino, c’è bisogno di guardare avanti ed attrezzarsi per rispondere in modo efficiente alle esigenze di una zootecnia sempre più innovativa e moderna”. Questo il messaggio lanciato dal presidente dell’ARAL (Associazione Regionale Allevatori Lombardia) Mauro Berticelli ai delegati territoriali riuniti in assemblea generale al Centro Fiera del Garda di Montichiari per il via libera al consuntivo 2021 ed al previsionale 2022, approvati all’unanimità. Con lui il nuovo direttore generale Gianfranco Drigo ed i consiglieri del direttivo, oltre a vari ospiti: dall’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi fino al direttore generale AIA (Associazione Italiana Allevatori) Mauro Donda fino al direttore di Coldiretti Brescia Massimo Albano.

“Oggi abbiamo approvato un bilancio che evidenzia la solidità della nostra associazione quale diretta conseguenza di un approccio sempre responsabile, serio e qualificato – ha detto il presidente di Aral – Tutti i principali indicatori sono in incremento a partire dal patrimonio più importante: quello rappresentato dai soci cresciuti nel 2021 di 222 unità”.

Bene anche i controlli funzionali: le aziende controllate nel 2021 sono state 4.594 (+1,4% rispetto al 2020) con 507.491 fattrici (+1%), nello specifico le bovine da latte controllate sono state 477.835 (+1%) in 3.462 allevamenti con una media di 138 capi per azienda. Le produzioni medie sono state di 10.357 kg di latte a bovina (+2,8%). Importante anche il lavoro svolto nei laboratori: con oltre 4,2 milioni di campioni analizzati con un tempo medio di risposta pari a 1,5 giorni che confermano la struttura come una delle principali realtà di settore attive a livello europeo. Sono stati oltre 2,2 milioni i campioni controllati per le cellule differenziali con un aumento del +27,3% rispetto al 2020.

“Un aumento quest’ultimo – sottolinea il presidente Berticelli – che dimostra l’attenzione degli allevatori verso un sistema sempre più preciso, affidabile e contestualmente economico che può essere utilizzato come screening per ridurre la percentuale di animali da trattare con conseguente riduzione dell’utilizzo degli antimicrobici”.

Si conferma in forte crescita anche il lavoro svolto dal laboratorio agroalimentare che, con oltre 400 mila campioni analizzati, rafforza ulteriormente il proprio impegno nel campo della sicurezza alimentare Importanti performance si sono registrate anche sul fronte del sistema gestionale Si@lleva, installato in 1755 aziende arricchito da importanti novità quali l’aggiunta del Protocollo per l’Asciutta Selettiva, inoltre prezioso si conferma anche il ruolo della consulenza e dell’assistenza fornita tramite la controllata Lombardia Alleva srl che sta interessando oltre 2000 aziende.

“Sono risultati importanti, ma non perdiamo d’occhio le sfide che ci attendono – ha concluso il presidente Berticelli -. Per ARAL la partita si giocherà sulla capacità di innovare i servizi rendendoli più aderenti a quanto viene oggi richiesto dalle imprese, sia sul fronte della competitività che su quello dell’attenzione a temi cruciali come sostenibilità ambientale, benessere animale e utilizzo consapevole del farmaco. Capisaldi ormai fondamentali per la zootecnia lombarda del futuro”.

Nel suo saluto, il direttore AIA Mauro Donda ha voluto complimentarsi “per un bilancio solido che denota una gestione sana della struttura, specie pensando al processo di accorpamento realizzato negli ultimi cinque anni che ha portato ARAL ad essere una realtà di riferimento per il sistema allevatoriale. Tutto questo per altro avviene in un momento in cui il comparto zootecnico è sotto pressione sia dal punto di vista economico che da quello sociale, mediatico e politico, con tutte le spinte sul contenimento dei consumi dei prodotti di origine animale. Si dimentica però spesso che la zootecnia italiana, oltre ad essere una fonte di biodiversità incredibile, è un settore dal quale dipende circa la metà delle produzioni agroalimentari italiane, trascinando per altro un indotto clamoroso. Credo che il nostro modello sia all’altezza delle sfide che ci attendono, dalla sostenibilità all’autosufficienza alimentare: ma serve una linea di indirizzo nazionale per tutelare un comparto di enorme importanza ma troppo spesso ingiustamente maltrattato”.

In conclusione, l’assessore Rolfi ha invitato la categoria ad uno scatto d’orgoglio. “Dobbiamo giocare all’attacco a livello comunicativo per smontare la disinformazione su allevamenti e prodotti di derivazione animale. Abbiamo gli allevamenti più controllati d’Europa, in cui viene prodotto il cibo più sicuro al mondo. Sono i dati scientifici a dire come agricoltura e zootecnia, attività primarie per la produzione del cibo, contribuiscano in percentuale minima all’inquinamento atmosferico nazionale e comunque di gran lunga inferiore a quello di altri settori”.

 

Informazione pubblicitaria