Estate senza bollicine. Manca la Co2: per l’industria delle bevande analcoliche in Italia, a rischio la stagione estiva

ROMA – Con tutte quelle, tutte quelle bollicine. Cantava Vasco qualche anno. Bollicine, che in questa estate 2022 sembrano finite, e con esse a rischio bevande gassate, a partire dall’acqua frizzante.

ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, conferma la difficoltà di reperimento di C02 sul mercato da parte di numerose aziende del settore, in particolare le PMI.

La scarsa disponibilità di questa fondamentale materia prima è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi dell’energia e delle difficolta di trasporto, che rendono più complessa la sua estrazione naturale e/o produzione industriale. Il problema della sua disponibilità e prezzo si aggiunge ai costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro che sono da mesi fuori controllo, mettendo a rischio la stagione estiva per molti operatori. A breve, poi, è in arrivo la Sugar Tax, che, con un incremento della fiscalità medio del 28%, rappresenta un ulteriore limite alla sostenibilità economica delle imprese del settore e della sua filiera.

“Le aziende che operano in Italia nel settore delle bevande analcoliche – dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE – sono in un momento di estrema difficoltà. Ai rincari dei costi dell’energia, oltre 550% per le industrie che rappresento, a quello delle materie prime per i nostri packaging, si aggiungono problemi di reperimento di alcune materie prime, in particolar modo di anidride carbonica”.

Ma a questi problemi, condivisi con larga parte dell’industria alimentare e manifatturiera italiana, e che non saranno risolvibili in breve tempo, si aggiunge anche la spada di Damocle della Sugar Tax, che sarà operativa da gennaio.

“In aggiunta alla difficoltà dei costi e della disponibilità di materie prime che ricordavo prima, le aziende che rappresento tra pochi mesi saranno tassate dalla sugar tax su tutti i loro prodotti (anche quelli senza zucchero), con inevitabili effetti sui prezzi – già in crescita in questo momento di esplosione dell’inflazione – e dunque sui volumi – conclude Pierini –. Chiediamo al Governo di agire almeno su questo, perché la tassa deve essere eliminata per dare un po’ di respiro alle aziende e provare davvero a ripartire”.

ASSOBIBE rappresenta aziende di tutte le dimensioni 8il 64% sono PMI) su tutto il territorio, per un totale di 100 stabilimenti e 80 mila lavoratori diretti, 1 lavoratore nelle aziende di produzione genera 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle).

 

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