Aceto balsamico. La Slovenia minaccia il marchio tutto italiano e la Farnesina temporeggia

ROMA – La vicenda dell’ aceto ‘balsamico’ sloveno potrebbe finire presto alla Corte di Giustizia europea anche se secondo gli sloveni si tratta solo di un’aggettivo mentre in realtà costituisce un grave danno alla produzione italiana. Una vicenda questa che sta smuovendo il mondo agricolo italiano.

Federvini e il Consorzio dell’aceto balsamico di Modena Igp hanno inviato a ottobre due lettere alla presidenza del Consiglio affinché il Governo italiano prendesse formalmente una posizione in merito al comportamento della Slovenia chiedendo l’avvio della procedura di infrazione o il ricorso alla Corte di Giustizia Ue. Da Palazzo Chigi fanno sapere che della questione si sta occupando la Farnesina, come prassi vuole. E il ministero degli Esteri è pronto a dar battaglia ricorrendo a un ricorso alla Corte di Giustizia come previsto dall’articolo 259 del TFUE.

“In relazione alla nuova normativa slovena introduttiva della categoria “Aceto balsamico”, il Governo italiano si è prontamente attivato, nella consapevolezza delle possibili, rilevanti conseguenze sulla filiera produttiva italiana di una legislazione incompatibile, sotto molteplici profili, con le norme dell’Unione Europea sulla protezione dei nomi registrati. Una normativa, quella slovena, che potrebbe potenzialmente creare un pericoloso precedente anche per altre denominazioni DOP e IGP del nostro Made in Italy”, fanno sapere dalla Farnesina.

“A seguito della notifica da parte delle autorità di Lubiana dell’adozione di tale normativa ai sensi della direttiva UE 2015/1535, l’Italia ha immediatamente espresso le proprie riserve, sia nelle sedi europee che nei rapporti bilaterali”, proseguono. “Anche a seguito delle istanze provenienti dal settore – a partire da quelle manifestate dal Consorzio Aceto Balsamico di Modena e Federvini-Confindustria, di cui si è tenuto opportunamente conto – si è immediatamente instaurato un coordinamento inter-ministeriale tra le Amministrazioni tecniche coinvolte, che ha portato il Governo ad agire a vari livelli e in tutte le sedi opportune in difesa della filiera produttiva nazionale e del sistema comunitario di tutela delle indicazioni geografiche”, spiegano ancora dal ministero degli Esteri.

“L’Italia sostiene, in tutte le competenti sedi europee e bilaterali, il rispetto delle norme dell’Unione Europea per la tutela dei prodotti DOP e IGP, nonché i regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari e le garanzie assicurate agli operatori economici e ai consumatori nella fornitura di informazioni sugli alimenti. Il Governo sta continuando a portare avanti la questione, con grande attenzione e col massimo impegno, nei contatti a livello politico, anche ai più alti livelli, con la parte slovena e sta considerando la possibilità di attivare la procedura prevista dall’art. 259 del TFUE per attivare formalmente un ricorso alla Corte di Giustizia, preceduto da un contraddittorio con la Commissione Europea”.

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