Danni da calamità naturali. Il CONAF (Agronomi e Forestali) assume presidenza comitato interprofessionale

ROMA – Grandine, siccità, trombe d’aria, alluvioni. Il cambiamento climatico sta mostrando il conto da pagare al comparto agricolo e la stima dei danni sarà un’attività sempre più frequente.

Con questa consapevolezza, Sabrina Diamanti, presidente del Consiglio nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (CONAF), ha raccolto il testimone del comitato interprofessionale per i danni da calamità naturali al termine del triennio condotto da Livio Spinelli, delegato dal presidente Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (CNGeGL).

“Ringrazio la presidenza uscente che nonostante il difficile triennio è riuscita a rappresentare le istanze di una professione peculiare com’è quella dei periti estimatori. Come CONAF lavoreremo in continuità con quanto fatto e completeremo le attività in corso.” – dichiara Sabrina Diamanti, presidente CONAF – “Siamo anche consapevoli che è necessario far fare un salto ulteriore alla categoria, perché sta cambiando il modo di gestire il rischio. Il cambiamento climatico e i fenomeni estremi che subiremo obbligano a ripensare la professione del perito estimatore che dovrà essere un consulente attivo tutto l’anno. Le compagnie assicurative, spinte dall’aumentata frequenza della calamità naturali, chiederanno alle aziende agricole di ridurre l’impatto dei danni. Ecco che il perito estimatore, grazie alle conoscenze dell’azienda, del territorio, della produzione e dei rischi associati, saprà essere una guida preparata che accompagnerà l’imprenditore agricolo in questa transizione.”

La riunione di insediamento, alla presenza anche del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati (CNPAPAL), è continuata con uno sguardo rivolto ai giovani.

Le tre categorie componenti il comitato interprofessionale per i danni da calamità naturali hanno concordato che la professione sta cambiando pelle. Da un lato servono nuove competenze che integrino l’esperienza “di campo” con i nuovi strumenti peritali e le innovazioni tecnologiche e, dall’altro, la categoria necessita di un ricambio generazionale.

Ecco che l’attrazione di nuove leve, ben formate e pronte alle nuove sfide, diventerà una delle principali linee d’azione del prossimo mandato.

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