Biologico. Anaprobio Italia, basta banalizzazioni sul marchio bio, rilanciare il settore con qualità

ROMA – “Il comparto biologico nazionale sta vivendo, per la prima volta dopo tanti anni, una fase di sostanziale stagnazione, legata in parte al contesto socioeconomico sfavorevole, caratterizzato dai rincari record dei costi di produzione e delle tariffe energetiche, ma anche a scelte di mercato sbagliate e a politiche poco lungimiranti, le quali hanno fatto sì che i consumi di prodotti bio calassero a ritmi più elevati di quelli dei prodotti convenzionali”. Lo sottolinea Ignazio Cirronis, presidente di ANAPROBIO Italia, l’associazione nazionale dei produttori biologici della Copagri, secondo cui il sostegno e lo sviluppo del settore dovrà trovare ampio spazio nell’agenda del governo che verrà.

“Se vogliamo raggiungere l’obiettivo comunitario del 25% delle superfici bio entro il 2030 – spiega Cirronis – dobbiamo assolutamente cambiare passo e superare quella che si potrebbe definire come la ‘banalizzazione’ del biologico, ovvero la tendenza in base alla quale i prodotti biologici si vendono più nella GDO che nei negozi specializzati; questo cambiamento, se da un lato ha generato un favorevole posizionamento dei prodotti bio sullo scaffale, dall’altro ha portato il settore a perdere il rapporto diretto tra consumatore e commerciante e a doversi confrontare con le ataviche problematiche dell’agricoltura convenzionale, mettendo in secondo piano la qualità della produzione e l’origine delle materie prime”.

“In altre parole, con l’ingresso del biologico nella GDO, il biologico ha improvvisamente iniziato ad attraversare tutti problemi dell’agricoltura convenzionale, quali ad esempio eccedenze di produzione, concorrenza sleale e strapotere della Grande Distribuzione”, rimarca il presidente, ad avviso del quale “non bisogna lasciare che la crescita delle produzioni e dei consumi bio sia legata a fattori esclusivamente economici, ma è necessario al contrario privilegiare attività di comunicazione e promozione verso i consumatori e promuovere politiche fiscali che favoriscano davvero le produzioni biologiche”.

“Al governo che verrà chiediamo quindi di impegnarsi affinché il Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica-PNAB sia in linea con questa esigenza, intervenendo inoltre sulle istituzioni comunitarie per individuare interventi che possano andare a rafforzare realmente e strutturalmente le filiere, anche attraverso una decisa manovra in campo fiscale a favore del bio”, conclude Cirronis.

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