Professione agrotecnico: boom di laureati e diplomati per il mestiere sempre più richiesto

ROMA – La professione di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato non conosce crisi ed i dati degli esami abilitanti 2022 lo dimostrano. E’ stata infatti raggiunta la soglia dei 2.000 candidati (1.990 per l’esattezza), il numero più alto in assoluto. Alle spalle degli Agrotecnici arrancano gli altri Albi di settore, con numeri decisamente inferiori. Seppure questa eccezionale crescita sia stata favorita -così come per tutti gli altri Albi- dallo svolgimento on-line della prova, la primazia degli Agrotecnici era solida da tempo essendo, dal 2012 ininterrottamente, questo il primo Albo di settore come candidati agli esami abilitanti.

Fra le diverse Classi di laurea che accedono all’Albo degli Agrotecnici laureati crescono ancora, rispetto all’anno precedente   -a sua volta caratterizzato da un robusto incremento-, i laureati magistrali, nel complesso aumentati ancora del +8,80%, ma con significative differenze fra le diverse lauree. Infatti le lauree magistrali in scienze agrarie e forestali ed in scienze produzioni animali aumentano di oltre il 30%; bene anche le lauree magistrali in scienze ambientali e naturali, in crescita di oltre il 16%. Diminuiscono invece le lauree magistrali in biotecnologie e quelle non specifiche del settore. Nel corrente anno è stato valutato per la prima volta anche il voto di laurea con risultati interessanti: sceglie l’Albo per agrotecnico chi ha voti più alti.

Ben il 41% dei laureati magistrali che hanno presentato domanda per diventare “Agrotecnico laureato” ha infatti ottenuto il massimo dei voti (110 oppure 110 e lode. Ed il 3% di loro vanta anche la “menzione”). Ciò comporta evidentemente una maggiore qualificazione di questi futuri professionisti.

Nell’insieme i laureati triennali fanno registrare un +14,70%, con aumenti in pressochè tutte le tipologie di provenienza ma in particolare -ed a differenza delle magistrali- in biotecnologie agrarie, categoria che segna un incremento di quasi il 50%. Bene anche scienze agrarie e forestali, con +9%; ma meglio fanno i laureati in scienze produzioni animali con oltre +11%.

Fra i laureati triennali il massimo dei voti si riscontra in meno casi, pari complessivamente all’11% del totale, soprattutto concentrati nella fascia 110 e lode, con anche alcune “menzioni”.

All’Albo possono (ancora) iscriversi anche i diplomati in agraria (diplomi di “agrotecnico” e di “perito agrario”), seppure dovendo svolgere un tirocinio di 18 mesi, preliminare all’esame.

Fra le tipologie dei diplomi quello di “perito agrario” è largamente prevalente, in crescita rispetto all’anno precedente, addirittura del +53% (in numero, 483 persone. Se poi aggiungiamo anche i laureati con quel diploma, il numero complessivo dei “periti agrari” sale a 639 unità). E’ del tutto evidente che questi diplomati, potendo scegliere fra più Albi quello per loro migliore, scelgono quello degli Agrotecnici.

Fanalino di coda, invece, i diplomati “agrotecnici” che, seppure in crescita (+14%), lo sono meno della media generale; in sintesi essi sono l’ultima categoria fra quelle che accedono alla professione, forse quasi residuali. A dimostrazione della profonda trasformazione compiuta dalla categoria professionale, ormai prevalentemente composta -nei nuovi accessi- da laureati (e, in minor parte, da diplomati “periti agrari”).

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