Sovranità Alimentare come la Francia, il copyright è di Macron. E attenti all’export, il Made in Italy vale 60 miliardi di euro

ROMA – Sovranità alimentare? Da Mipaaf a Masa? Ha fatto subito discutere il nuovo nome dato dalla premier Giorgia Meloni al dicastero di Via XX Settembre: Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.

Svolta sovranista e cibo autarchico nelle tavole degli italiani? “Sovranità alimentare. Fine del sushi” come ha commentato un nostro lettore su facebook?

Forse nella direzione di una difesa più forte rispetto al passato del Made in Italy, un contrasto all’Italian sounding che tanto fa gola alle imprese agroindustriali di tutto il mondo.

Forse anche un monito ai burocrati di Bruxelles che non siamo disposti ad accettare le ‘schifezze’ che vogliono farci mangiare. Che l’etichetta nutriscore non è la soluzione per una sana alimentazione (anche perché bevande gassate, patatine fritte e panini dei fast food non sono certo più salutari rispetto ad una bruschetta con olio extravergine d’oliva) e che la Dieta Mediterranea patrimonio dell’Umanità l’abbiamo inventata noi? E che un calice di buon vino consumato con moderazione non è paragonabile ad un superalcolico tracannato senza limite (nuoce gravemente alla salute!) o due pacchetti di sigarette.

Ricordiamo anche che la prima uscita della Meloni, dopo il 25 settembre, è stata all’evento di Coldiretti a Milano (video), dove firmò la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico.

Attenzione ovviamente a non dimenticare che l’agricoltura e agroalimentare italiano si reggono – e non poco – sull’export delle nostre eccellenze, tanto che nel 2022 raggiungeremo la cifra record di esportazioni per un valore di 60 miliardi di euro.

Senza dimenticare inoltre, che non siamo autosufficienti nella produzione di molte materie prime – come le conseguenze del conflitto in Ucraina hanno reso evidente – dal grano, all’olio, pomodoro e mangimistica per gli allevamenti zootecnici. Certo, possiamo e dobbiamo produrre di più – in questo caso genetica e ricerca possono concretamente aiutare (visto anche che l’Europa sta imponendo la riduzione degli agrofarmaci) – ma al momento produrre un cibo 100% tricolore non è possibile.

Ma se il termine “sovranità alimentare” sembra appunto sovranista e nazionalista, va ricordato che il copyright del nuovo del ministero delle politiche agricole è di Emmanuel Macron, non proprio un sovranista, insomma. Il ministero transalpino guidato dal ministro Marc Fesneau, si chiama proprio Ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire.

E nel mondo?

Va sul classico invece la Spagna, Ministero dell’agricoltura, pesca e alimentazione; in Polonia c’è il Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale; in Turchia è Ministro agricoltura e foreste; è Ministro dell’agricoltura e affari rurali per la Cina; mentre per gli Stati Uniti è U.S. Dipartimento dell’agricoltura ed in Brasile è Ministero dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’approvvigionamento; mentre in Gran Bretagna il ministero è Agricoltura, ambiente e affari rurali.

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