Costi di produzione aumentati di 17 mila euro ad azienda. Cattaneo (Confai): Pesanti effetti della crisi energetica

BERGAMO – “I dati disponibili circa l’andamento dei costi correnti di produzione in agricoltura mostrano un quadro a tinte fosche che pone in evidenza la drammaticità dell’impatto della crisi internazionale sui conti delle aziende italiane”.
Con queste parole il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo, ha commentato i contenuti dell’analisi recentemente diffusa dalla rete Rurale Nazionale, con il supporto del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (CREA), e pubblicati sull’ultimo numero della rivista specializzata PianetaPsr.
La ricerca compara l’andamento tendenziale dei costi correnti in agricoltura nel 2022 (restano quindi esclusi dal computo gli investimenti) con il periodo 2016-2020, rilevando che  le imprese agricole italiane stanno facendo registrare in media un incremento di spesa di circa 17.000 euro per ciascuna su base annua.
“I maggiori rincari – fa notare Cattaneo – sono dovuti ai mangimi per il bestiame, ai fertilizzanti, al gasolio e ai costi energetici in generale, mentre sul fronte dei servizi agromeccanici gli aumenti si sono rivelati marginali, configurando una sorta di effetto calmiere sulla crescita della spesa per i fattori di produzione aziendale”.
“Prendendo atto di questa analisi – osserva Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia – possiamo solo concludere che la crisi del settore primario si acuisce costantemente, causando uno stato di sofferenza sia per gli allevamenti che per le imprese dedite alle produzioni vegetali, con pesanti riflessi negativi su qualsiasi prospettiva di ripresa degli investimenti”.
Informazione pubblicitaria