Macchine agricole: alta la domanda sul mercato mondiale, ma da Eima si temono gli effetti dell’inflazione e dell’incertezza geopolitica

BOLOGNA – Le vendite di mezzi meccanici per l’agricoltura hanno mantenuto buoni livelli negli ultimi due anni e mezzo, caratterizzati dalle gravi crisi economiche conseguenti alla pandemia Covid e alla guerra fra Russia ed Ucraina. Entusiasmo ad Eima International per i nove mesi da gennaio a settembre 2022 nei quali il mercato si mantiene su volumi superiori rispetto a quelli precedenti la pandemia del 2020, anche se tra la fine di quest’anno e la prima parte del 2023 il settore è destinato a subire gli effetti dell’inflazione e dell’incertezza geopolitica. Prospettive positive per gli anni prossimi, in risposta alla domanda di derrate alimentari che è in crescita sia in termini di quantità sia in termini di qualità.

Le crisi economiche che hanno investito l’economia globale negli ultimi due anni non sono riuscite a fermare il processo di sviluppo della meccanizzazione agricola. Nell’anno 2020, funestato dalla pandemia Covid con il blocco forzato delle attività produttive e il rallentamento dell’intero sistema del commercio, dei trasporti e della logistica, il mercato mondiale delle trattrici ha mostrato una buona tenuta complessiva, chiudendo con un incremento del 7,7% (2.200.000 trattrici di nuova immatricolazione). Nel 2021, dice Federunacoma a Eima, si è registrato un netto rilancio, con incrementi vistosi negli Stati Uniti (+10%), in India (+13%) e in Europa (+16.6%), una fase espansiva dalla quale è rimasta esclusa la Cina, ancora alle prese con l’emergenza Covid e con le relative restrizioni, oltre che con una cattiva congiuntura economica interna. Complessivamente, il mercato delle machine agricole ha segnato nel 2021 un incremento di circa il 13%.

Anche nell’anno in corso, al cospetto della grave crisi politica ed economica determinata dalla guerra fra Russia ed Ucraina, con l’impressionante crescita dell’inflazione, il costo dell’energia salito a livelli impensabili e il permanere delle difficoltà relative alla reperibilità delle materie prime ferrose e plastiche, oltre che al costo della logistica e dei trasporti, i macchinari agricoli hanno mantenuto buoni livelli di vendita. Nei nove mesi da gennaio a settembre 2022 – questi i dati diffusi da FederUnacoma nel pomeriggio di oggi a Bologna, nel corso della conferenza stampa di presentazione di EIMA International – le vendite in India indicano un numero di trattrici pari a 665 mila unità, che corrisponde ad un calo di appena il 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Nello stesso periodo il mercato statunitense registra 210 mila unità, con un calo del 14,3% sul 2021 ma con un volume di vendite che si conferma comunque superiore rispetto ai livelli pre-Covid. Anche il mercato europeo sembra attestarsi su livelli di tutto rispetto, sia pure scontando il deteriorarsi della situazione economica generale (-7,6% nei primi nove mesi 2022). Paesi trainanti come la Germania e la Francia mostrano nei nove mesi una discreta tenuta: la Germania segna un calo per le trattrici del 7,4%, mantenendo un volume di vendite (23.400) superiore rispetto al livello pre-Covid del 2019. La Francia segna un calo del 4,5% (23.500 unità, superiori al dato pre-Covid del 2019), mentre è da segnalare l’incremento vistoso di mercati minori come quelli della Repubblica Ceca, dell’Ungheria, della Serbia e della Croazia. Discorso a parte deve essere fatto per la Cina, dove il mercato prosegue anche nel 2022 la sua fase negativa, determinata dalle condizioni economiche generali non favorevoli (-1% le vendite di trattori nel primo trimestre 2022 dopo il -20% del 2021).

“L’andamento complessivo del mercato conferma come la domanda di meccanizzazione agricola sia ormai una costante nello scenario economico mondiale – ha osservato il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – anche se sul bilancio di quest’anno, e sui primi mesi del prossimo, non potranno non pesare la situazione economica generale, l’inflazione e le politiche restrittive messe in atto dai Governi, oltre che il possibile calo della redditività dell’agricoltura a causa dell’aumento dei costi di produzione”.

“L’aspettativa degli operatori del settore agromeccanico – ha aggiunto Malavolti – è che il mercato possa riprendere la propria marcia rapidamente, non appena la congiuntura economica sarà migliore. Del resto, il settore agricolo è destinato a crescere a livello mondiale nei prossimi anni, per soddisfare i fabbisogni di una popolazione che dai 7,8 miliardi di persone censiti nel 2021 passerà ad un totale di 8,6 miliardi nel 2031 (quasi un miliardo in più in appena dieci anni). Entro il prossimo decennio la produzione agricola globale è stimata in crescita del 17%, trainata soprattutto dalla Cina, e quindi dall’India e dalle altre regioni dell’Asia e del Pacifico, mentre anche l’Africa subsahariana vedrà incrementare la propria capacità produttiva. L’aumento delle rese fa prevedere una crescita nella produzione di cereali, anche se saranno le carni a registrare i progressi più consistenti, con un +16% nei prossimi dieci anni per il pollame e un +17% per la carne suina. Complessivamente, si stima che nel 2031 la produzione mondiale di carne raggiungerà i 377 milioni di tonnellate (+15%), per soddisfare una domanda proveniente soprattutto dai Paesi in via di sviluppo oltre che dai Paesi emergenti.

L’agricoltura e la zootecnia avranno una distribuzione geografica più ampia – questo lo scenario descritto nei report OECD e FAO – poiché molti Paesi tenderanno a una maggiore autonomia negli approvvigionamenti riducendo in parte la dipendenza dagli attuali cinque grandi produttori del Pianeta, vale a dire Cina, Stati Uniti, Unione Europea, Brasile e Federazione Russa. Se nei Paesi emergenti e in quelli in via di sviluppo le tecnologie sono finalizzate soprattutto all’incremento della produzione – è stato infine osservato nel corso della conferenza – nei Paesi più avanzati, e soprattutto in Europa, le innovazioni tecnologiche sono finalizzate soprattutto alla sostenibilità ambientale e alla preservazione delle risorse naturali, secondo il modello che viene riassunto nel Green Deal e reso operativo con le misure della nuova Politica Agricola Comunitaria. In questo scenario si stima che il mercato della meccanizzazione agricola possa crescere in modo consistente nei prossimi anni. I dati di Export Planning sul commercio mondiale delle macchine agricole indicano come questo dovrebbe crescere tra il 2023 e il 2026 del 5,7%.

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