Peste Suina Africana. Confagricoltura, bene la proroga per l’emergenza, ma si proceda con le reti

ALESSANDRIA – Salgono a 186 i capi risultati positivi alla Peste Suina Africana in Piemonte. “Ad un anno dallo scoppio dell’emergenza, sono ancora solo 105 sui 170 previsti i chilometri di rete installata tra Piemonte e Liguria, nei territori ad alto rischio di infezione da PSA” afferma la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco.

“Sicuramente la proroga dello stato di emergenza aiuterà le amministrazioni a completare l’opera, ma i tempi stringono. Dobbiamo andare a velocità doppia se realmente vogliamo contenere il contagio che proprio nei mesi invernali ha una spiccata capacità di propagarsi tra i selvatici”.

Ad oggi sono 1977 i cinghiali abbattuti in Piemonte per contrastare il diffondersi della PSA, secondo i dati dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, mentre il monitoraggio della situazione epidemiologia ad oggi riporta 186 casi accertati in Piemonte.

“In provincia di Alessandria chiediamo con forza che agli imprenditori agricoli dediti all’allevamento di suini che hanno dovuto procedere agli abbattimenti dei capi vengano garantiti i ristori anche per il secondo semestre del 2022 e per il 2023 per il cosiddetto ‘vuoto sanitario’” aggiunge Cristina Bagnasco direttore di Confagricoltura Alessandria. “Ci stiamo inoltre assicurando che gli allevatori non rientranti nella ‘zona rossa’ mettano in campo tutte le misure relative alla biosicurezza, anche grazie ai fondi stanziati con la Misura 5.1.1 del PSR, ma non vogliamo che il comparto venga ulteriormente penalizzato”.

Conclude Paola Sacco: “Da parte dei nostri allevatori c’è l’impegno ad applicare tutte le pratiche virtuose e al rispetto delle prescrizioni; dobbiamo essere altrettanto sicuri che possano ripartire con l’attività non appena le condizioni lo consentano. Ribadiamo pertanto la necessità di istituire un tavolo permanete, necessario non solo per monitorare l’andamento dell’epidemia ma anche per pianificare con certezza gli abbattimenti e lo smaltimento degli ungulati, nel momento in potranno riprendere i piani di contenimento nelle zone dove la caccia è interdetta fino al completamento della recinzione. La politica deve aver il coraggio di fare delle scelte strategiche per tutelare i vari comparti agricoli. Chiediamo alla Regione di accelerare il processo di depopolamento, di ricerca e analisi delle carcasse e al Commissario straordinario di insistere per il reperimento delle risorse economiche necessarie per completare le opere di recinzione delle zone colpite”.

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