Cavallette. L’impegno di AIFE/Filiera Italiana Foraggi nella lotta nei medicai della Romagna

RAVENNA – C’è attesa in questi giorni, nella fascia collinare e pedecollinare romagnola, per le prime nascite delle cavallette dei prati.

Per questo motivo gli uffici del Settore fitosanitario e difesa delle produzioni dell’assessorato regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna hanno inviato nelle ultime ore ai Comuni interessati delle province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, nonché agli agricoltori residenti sul territorio, una circolare in cui si sottolinea che l’individuazione dei focolai iniziali di infestazione rappresenta la base per la messa in opera di un razionale piano di controllo delle invasioni di cavallette che nell’estate del 2022 avevano distrutto giovani medicai, defogliandoli completamente, nelle zone della Valle del Savio, del Bidente e delle Colline Ravennati: un problema che AIFE/Filiera Italiana Foraggi ha immediatamente fatto suo seguendo da subito e da protagonista l’intera vicenda.

Infatti, a seguito della riunione organizzata nel luglio dello scorso anno dal Comitato fitosanitario nazionale alla quale avevano preso parte i tecnici regionali dei Servizi fitosanitari, i Rappresentanti dei Comuni interessati e delle Organizzazioni sindacali, AIFE/Filiera Italiana Foraggi aveva inviato una lettera al ministero della Salute, delle Politiche agricole, della Transizione ecologica e dello Sviluppo economico chiedendo l’autorizzazione in deroga e in via eccezionale, peraltro prevista dall’articolo 53 del Regolamento 1107/2009, dell’impiego della sostanza attiva Spinosad su erba medica e su tutte le colture registrate per un periodo di 120 giorni. Autorizzazione concessa il 23 febbraio scorso dal dicastero della Salute.

“Concedendo la deroga ai trattamenti sia il Ministero che la Regione Emilia Romagna hanno dimostrato grande attenzione e sensibilità al problema e per questo vanno ringraziati – sottolinea il presidente AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara – Dobbiamo però essere coscienti che si tratta di misure straordinarie e temporanee. Occorre infatti focalizzare l’attenzione sulla necessità di riprendere una gestione mirata e sostenibile del territorio per evitare che aree rurali abbandonate diventino poi focolai di infestazioni che dimostrano purtroppo quanto siano nefaste le conseguenze dei cambiamenti climatici”.

Nella circolare dei Settore fitosanitario della Regione Emilia Romagna si sottolinea che la lotta alle cavallette, per essere efficace, deve essere effettuata subito dopo la schiusa delle uova, nel momento in cui gli stadi giovanili sono aggregati in aree limitate e prima della dispersione delle cavallette adulte. Per questo, sottolinea il documento, il successo dei trattamenti  che andranno effettuati o direttamente sulle giovani cavallette nella loro fase gregaria o sui bordi dei medicai da difendere senza dover trattare l’intero appezzamento di terreno ma il solo bordo del medicaio sul fronte dell’infestazione per una trentina di metri circa con la sostanza attiva Spinosad, dipenderà dalla sensibilità e dalla partecipazione attiva di tutti, in primis degli agricoltori ma anche di associazioni ed enti pubblici.

“Il coinvolgimento di AIFE/Filiera Italiana in questo drammatico problema – aggiunge Bagnara – si traduce nell’obiettivo di rafforzare la filiera dei foraggi ponendo al centro dell’attenzione i territori dove vengono coltivati preservandone l’ecosistema. In una situazione emergenziale è giusto e doveroso utilizzare i mezzi tecnici immediatamente disponibili nel rispetto di tutte le clausole previste, ma l’elemento più importante da tenere in considerazione è la consapevolezza che vada sempre più incentivata la logica legata alla lotta biologica e/o integrata. Il ripristino dell’equilibrio dei territori della Romagna che lo scorso anno sono stati flagellati dalle infestazioni di cavallette – conclude il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – deve essere il faro che ci guida in mezzo a questa burrasca”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.

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