CESENA – Sistemi di logistica orientati alla concentrazione e all’efficientamento della produzione agricola, soluzioni blockchain per una gestione più efficace delle attività del comparto agroalimentare, processi di riduzione della burocrazia e un Pnrr davvero in grado di innescare la revisione infrastrutturale del Paese. Questi alcuni tra i principali asset per affrontare le complesse interrelazioni lungo la filiera e gli squilibri importanti a danno della fase agricola, anello fondamentale della sicurezza alimentare globale.
Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, alla vigilia della Giornata mondiale dedicata, intervenendo all’incontro del Masaf, a Cesena, in vista del vertice Onu sui sistemi alimentari (a Roma dal 24 al 26 luglio).
“Quella italiana -ha detto Fini, tra i relatori insieme ai ministri Lollobrigida, Tajani, Bernini e Urso- è una filiera agroalimentare con un indotto da oltre 550 miliardi di euro, con 4 milioni di lavoratori, 740 mila aziende agricole e 70 mila alimentari, più di 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. Un settore vitale che, però, ancora non risolve difficoltà organizzative serie e che finisce per marginalizzare la forza economica dell’agricoltura, privata del giusto riconoscimento e limitata nella produttività, su cui gioca un ruolo determinante proprio il sistema delle infrastrutture e dei servizi logistici”.
Dunque, sottolineata da Cia, la stretta connessione tra logistica e trasporti, da cui dipende la competitività dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano sia sul mercato interno che estero. Un sistema che nel Paese è tutto sbilanciato su gomma con le aree interne in estrema sofferenza. Questo, mentre sarebbe più strategico invertire la rotta, incentivando anche il transito ferroviario o marittimo, stimolando l’integrazione produttiva e commerciale fra diversi mercati nazionali e risolvendo l’ultimo miglio del digital divide che isola le zone rurali, già tragicamente note per strade obsolete, frane e dissesto.
“Serve un pacchetto di nuove politiche -ha dichiarato il presidente nazionale di Cia- che coinvolga i settori della logistica e dei trasporti nel più ampio processo di sviluppo e accessibilità alla transizione green e digitale, e che rinnovino, in chiave comune, l’obiettivo della sicurezza alimentare globale”.
Richiamata, poi, da Fini, anche l’opportunità di “favorire la concentrazione dell’offerta, a partire dal ruolo chiave della cooperazione, elemento strategico di aggregazione della fase agricola nei rapporti di filiera, ma anche -ha aggiunto- l’integrazione logistica tra le imprese di trasporto agroalimentare, quella funzionale che nelle aziende agricole metta in connessione gestione e commercializzazione e in ottica di sistema allargato, comprendendo anche il consumatore. Occorrono -ha concluso- percorsi di programmazione delle produzioni agricole per processi più efficaci di pianificazione e vanno snellite le pratiche doganali, come le dinamiche di accesso agli incentivi del Pnrr”.