Calamità gelate 2021. Per il settore apistico risorse solo del 40% rispetto ai danni subiti

Il Borro, le api

FIRENZE – Api a rischio per i cambiamenti climatici ed inquinamento. Il clima che cambia, oltre a modificare gli habitat, va a incidere sull’incremento di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.

Servono più risorse a partire dai ristori relativi alle ultime gelate: come quelle del 2021 dove a fronte di oltre un fabbisogno di oltre 4 milioni di euro per i danni al settore apistico regionale, ne sono arrivati meno di 2 milioni.

L’allarme arriva dalla Cia Agricoltori Italiani della Toscana che evidenzia come il settore apistico, ormai da qualche anno, faccia registrare numeri in calo di allevamenti e di produzione: gli allarmi a livello globale tengono alta l’attenzione sul destino delle api e degli impollinatori in genere, con l’obiettivo di arrestare un processo che ha portato molte specie sull’orlo dell’estinzione.

Come risulta dalle strategie inserite nella nuova PAC, si rende necessario un sostegno importante per gli operatori del settore, in particolar modo quelli professionali: “In questo senso – sottolinea il presidente Cia Toscana Valentino Berni, valutiamo positivamente anche le scelte fatte dalla Regione Toscana che prevedono l’attivazione della SRA – ACA 18 all’interno del Complemento di programma sullo Sviluppo Rurale”. La Toscana è la terza regione più produttiva (dopo Veneto e Lombardia).

In questo contesto rivestono un ruolo importante gli interventi destinati alla prevenzione ed alla difesa dei rischi causati da eventi calamitosi, infatti se prendiamo in esame gli ultimi anni, 2019, 2021 ed anche il 2023 sono sempre più frequenti le annate che a causa di siccità, piogge alluvionali o gelate, provocano non solo importantissime riduzioni della produzione, ma mettono a repentaglio la sopravvivenza dell’intero patrimonio apistico, in molti casi garantita da interventi di soccorso molto onerosi che gli allegava attuano.

Tra le ultime avversità occorse in Toscana si registra la gelata dell’aprile 2021, per la quale, il 19 maggio scorso, è stato adottato il decreto di approvazione del piano di riparto del fondo nazionale.

Con tale provvedimento sono stati destinati circa 18,9 milioni di euro alle produzioni vegetali e di 1,8 milioni di euro a quelle apistiche, a fronte di un fabbisogno di 20,8 milioni di euro per le produzioni vegetali e 4,4 milioni di euro per le produzioni apistiche.

Pur comprendendo il valore e la necessità di dare ristoro alle produzioni vegetali, non possiamo non rilevare la differenza di percentuale di copertura del fabbisogno, che per le produzioni vegetali si attesta al di sopra del 90%, mentre per quelle apistiche si ferma a poco più del 41%.

Vista la grave situazione del settore, che prescinde dalle criticità degli eventi calamitosi, che tuttavia ne aggravano la condizione, “chiediamo di integrare con nuove risorse – aggiunge Berni – la dotazione finanziaria destinata all’apicoltura, in modo da ottenere un indennizzo omogeneo per tutte le produzioni, capace di garantire a tutti un rimborso tendente al ristoro integrale del danno.

Inoltre trattandosi di aiuti riferiti all’annualità 2021, si chiede di accelerare il più possibile l’iter dei pagamenti, per dare sollievo alle molte aziende che in questo momento stanno sostenendo costi di allevamento importanti, a fronte di un’annualità che ha impedito la raccolta delle prime fioriture” dice il presidente Cia Toscana.

Oltre agli aspetti legati al riconoscimento degli indennizzi per la calamità, la Cia Toscana chiede un incontro, per poter evidenziare altre priorità, come il riconoscimento del gasolio agricolo per l’attività di nomadismo; gli interventi straordinari per la nutrizione degli alveari; l’attivazione della SRA – ACA 18 e definizione delle zone interessate dall’intervento; la valorizzazione dell’apicoltura professionale.

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