Suolo, Giuseppe Corti (Crea): ‘Fare sistema per dare qualità e dignità a chi lavora in agricoltura’

ROMA – Suolo: pubblicata la proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alla Legge sul monitoraggio. (LEGGI)

L’intervento del direttore CREA Agricoltura e Ambiente Giuseppe Corti.

“Il giorno 5 luglio 2023, la Commissione Europea ha pubblicato la Proposta di una Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sul Monitoraggio e sulla Resilienza del Suolo, detta Legge sul Monitoraggio del Suolo.

Una direttiva sul suolo era attesa ormai da molto tempo, da quando cioè una precedente direttiva, detta “strategia tematica per la protezione del suolo”, era stata pubblicata nel 2006 per essere ritirata, causa insussistenza e proliferazione di contrasti tra Paesi membri, nel 2014. E dopo la comunicazione della Commissione Europea al Parlamento Europeo per la promulgazione di una strategia utile a ottenere il 70% di suoli sani in tutta Europa entro il 2030, inviata a novembre 2021 e ritirata dopo pochi mesi.

Inutile dire: la protezione del suolo in Europa genera contrasti di interesse difficili da armonizzare. E questo perché, purtroppo, ancora oggi che le recenti crisi pandemiche, economiche e belliche hanno messo nero su bianco tutta la vulnerabilità del sistema agricolo italiano ed europeo, il suolo deve essere considerato un elemento naturale che deve assolvere prima di tutto all’uso edile, spesso alimentando plaghe di speculazione e corruzione.

La proposta inviata ieri ha il vantaggio di essere stata preparata dopo una consultazione a cui hanno partecipato centinaia di esperti di suolo di tutta Europa, iniziata a settembre 2022 e conclusasi a febbraio 2023. La proposta è indirizzata a costituire gruppi di lavoro che coinvolgano agenzie di ricerca nazionali, Università, portatori di interessi e imprese, con l’intento di studiare e trovare rimedi non più per preservare il suolo, ma per migliorarlo mentre lo si usa.

La consultazione avvenuta tra il 2022 e il 2023 ha portato alla luce l’enorme potenzialità dei suoli europei, ma anche della ricerca europea (e italiana), capaci, entrambi, di dar luogo a uno sfruttamento del suolo agricolo in grado di migliorare la qualità del suolo stesso, apportando miglioramenti economici, ecologici, e ambientali. In pratica: si può fare! E se finora non si è fatto, è stato per scarsa attenzione alla ricerca, in tutta Europa.

Nella nuova proposta sono individuati i principali obiettivi da rincorrere, ostacolando le principali minacce del suolo: erosione, perdita di sostanza organica, inquinamento, salinizzazione e altri. E, per la prima volta, si propongono i metodi analitici che debbano permettere a tutti i ricercatori dei paesi membri di parlare la stessa lingua in termini di limiti dei vari parametri connessi alla salute del suolo. La proposta stimola i ricercatori ad armonizzare l’enorme mole di risultati disponibili, ma ottenuti con metodologie differenti. E, una volta ottenuta l’armonizzazione, monitorare i suoli dei paesi europei utilizzando le stesse metodologie, così da ottenere dati dal valore universale.

La nuova proposta non trascura un fatto importante venuto alla luce negli ultimi 10 anni: non esiste una soluzione valida per ogni suolo; le soluzioni sono tante quante le diverse condizione ecologiche, economiche e ambientali si possono ritrovare nel panorama europeo. E’ questa la nuova sfida della ricerca applicata all’agricoltura in Europa e in Italia: adattare la pianificazione territoriale, i sistemi colturali e le tecniche di miglioramento del suolo alle condizioni pedoclimatiche.

E per fare tutto questo, sono messi a disposizione molti soldi, tanti quanti non ne abbiamo mai visti finora. La speranza è che sapremo finalmente fare sistema, tutti insieme, per trovare le soluzioni che diano prodotti sempre più di qualità e dignità a chi lavora in agricoltura, funzionali ad ostacolare l’abbandono ancora oggi preoccupante delle aree interne”.

 

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