Caldo. Coldiretti Sardegna, Regione chieda lo stato di calamità, colture a rischio

CAGLIARI – Il Sud Sardegna è nella morsa del gran caldo da diversi giorni e già si contano ingenti danni alle colture. A preoccupare maggiormente, aziende e produttori, è il settore vitivinicolo che sta scontando gravi problemi in vista della prossima vendemmia. Tra le zone più colpite quelle del Campidano, Sarrabus, Gerrei, Trexenta e Marmilla. Gran caldo che non risparmia nemmeno l’ortofrutta con le pesche in grande sofferenza, così come sono a rischio angurie e meloni, senza dimenticare i pomodori e il resto degli ortaggi nei campi. Incognita carciofi, mentre sono quasi introvabili i cetrioli.

“C’è grandissima sofferenza sui campi per colpa di queste ondate di calore che hanno messo a rischio tante colture e, di conseguenza, i guadagni di molte aziende agricole del Sud Sardegna – sottolineano presidente e direttore di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas e Luca Saba – nei prossimi giorni si avrà la conta dei danni ma già ora la fotografia dei campi è davvero preoccupante. Anche per questo chiediamo alla Regione un intervento per lo stato di calamità – concludono – già in queste settimane molti sindaci lo stanno dichiarando a livello locale, per una situazione in divenire e con grandissime incognite”.

VITIVINICOLO. Picchi di calore e temperature elevate per lungo tempo che non hanno risparmiato il comparto del vino con tutte le tipologie colpite tra Cannonau, Vermentino, Nuragus e non solo. “Siamo seriamente preoccupati per la condizione dei nostri vitigni e dell’uva – commenta Sandro Murgia esponente della Cantina di Dolianova una delle realtà più importanti del Sud dell’isola, oltre che dirigente Coldiretti – i nostri agronomi sono in campo questi giorni per capire e quantificare i danni, ma già sono evidenti i contraccolpi sull’uva messa in grave difficoltà dalle punte di calore che nella nostra zona hanno sfiorato i 50 gradi sul campo – aggiunge – quello che nelle ultime ore sembrava essersi salvato adesso è in forte sofferenza e anche per questo siamo preoccupati per quello che potrà accadere al resto della produzione nelle prossime settimane”.

ORTOFRUTTA. Stesse difficoltà per l’ortofrutta. “I nostri campi di angurie e meloni sono stati completamente compromessi dall’elevato colpo di calore delle ultime settimane che ha danneggiato i frutti ancora crudi e che non matureranno più – aggiunge Marcello Curreli, agricoltore Coldiretti di una azienda a San Gavino – abbiamo subito una perdita che tocca il 90% della produzione di queste tipologie e non riusciremo a raccogliere quasi nulla con le piante collassate e che non riescono a portare a termine le maturazioni”.

POMODORI E CETRIOLI. Ma il grido d’allarme è anche sul fronte dei pomodori e altre ortive: “La situazione è pessima – sottolinea Tonio Mereu, produttore di Assemini di Campagna Amica Coldiretti – siamo abituati alle botte di calore che durano pochi giorni, come succede spesso in estate, ma con questi picchi che proseguono per settimane, tutto si deperisce a discapito di produzioni e qualità – spiega – a causa di questo abbiamo dovuto terminare la produzione quasi un mese prima rispetto al solito con un relativo calo del fatturato – conclude Mereu – il pomodoro è una delle colture più in sofferenza ma ne risentono tutte le colture, se pensiamo che il cetriolo è praticamente introvabile”.

LAVORATORI E CARCIOFO. Problemi per le colure ma anche per il lavoro nei campi. “Stiamo riducendo drasticamente gli orari di lavoro, terminando non oltre le 11 della mattina – precisa ancora Maurizio Murru, agricoltore Coldiretti – così non si riescono a seguire come si dovrebbero le lavorazioni sui campi. Le colture precoci, prossime al taglio, sono perlopiù bruciate con una perdita molto forte di fatturato – sottolinea – ora stiamo piantando i carciofi per la prossima annata, ma il terreno è talmente caldo che siamo preoccupati per come potranno sopravvivere gli occhielli. Il rischio è che con l’acqua e il gran caldo del terreno la pianta alla fine possa seccare”.

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