Cereali. Continua a crescere l’import (+1,3% in volume e +8,6% in valore). Cala l’export (-18%)

ROMA – Sulla base dei dati provvisori Istat le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi cinque mesi del 2023 sono aumentate nelle quantità di 117.000 tonnellate (+1,3%) e nei valori di 329,3 milioni di euro (+8,6%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo fa sapere Anacer nel consueto report.

Nel periodo in esame si registra un incremento delle quantità importate dei cereali in granella
che passano da 5,8 a 6,2 milioni di tonnellate (+5,5%), dovute in particolare al grano duro
(+489.000 t); risultano invece in calo gli arrivi dall’estero di grano tenero (-64.700 t),
granturco (-55.500 t) ed orzo (-18.400 t). Tra gli altri prodotti destinati prevalentemente
all’alimentazione animale si riducono gli arrivi di prodotti trasformati/sostitutivi (-17%) e di
mangimi a base di cereali (-7%). Le importazioni di riso, considerato nel complesso tra
risone, riso semigreggio e lavorato si riducono di 33.700 t (-18%). Le quantità importate di
farine proteiche e vegetali diminuiscono di 42.000 t (-4%), quelle di semi e frutti oleosi di
24.000 t (-2%).

Le esportazioni dall’Italia nei primi cinque mesi del 2023 diminuiscono nelle quantità di
409.200 tonnellate (-18%) e aumentano nei valori di 98,4 milioni di euro (+4,1%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si riducono le vendite all’estero dei cereali in granella (-215.300 t, soprattutto grano duro), delle paste alimentari (-57.200 t, pari a -6,4%), dei prodotti trasformati (-27%), della farina di grano tenero (- 6%) e del riso (- 39.300 tonnellate considerato nel complesso tra risone, riso semigreggio e riso lavorato). In controtendenza l’export di semola di grano duro che aumenta di 3.000 t (+6,2%) e di mangimi a base di cereali (+5,5%).

I movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo hanno comportato nei
primi cinque mesi del 2023 un esborso di valuta pari a 4.173,1 milioni di Euro (3.843,8 nel
2022) ed introiti per 2.512,3 milioni di Euro (2.413,9 nel 2022). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -1.660,8 milioni di Euro, contro -1.429,9 milioni di Euro nel 2022.

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