Erba medica. Aife: quotazioni e domanda al ribasso, è crisi per filiera

RAVENNA – Siccità, alluvione, calo dei prezzi di tutte le materie prime e concorrenza agguerrita da parte soprattutto degli USA stanno condizionando l’andamento del mercato. “Per far fronte a scenari strutturali – sottolinea il presidente Gian Luca Bagnara – AIFE/Filiera Italiana Foraggi continuerà a porre al centro i valori ambientali e sanitari della produzione italiana”

“L’andamento del mercato non è dei migliori. Le quotazioni non soddisfano le aspettative dei trasformatori di erba medica essiccata e disidratata, ma in tanti anni di lavoro ho visto ripetersi queste situazioni più e più volte, quindi sono fiducioso in una ripresa che arriverà, soprattutto se auspicabilmente la Cina riprenderà gli acquisti oggi invece bloccati”.

Così Alfeo Carli, presidente del riminese Gruppo Carli, che sottolinea: “la pioggia di questa primavera ha fatto slittare di circa un mese il periodo del primo raccolto, determinando a cascata il ritardo anche per il secondo e il terzo taglio, che sono stati comunque soddisfacenti. La siccità sta invece compromettendo i quantitativi legati al quarto taglio. A questo dobbiamo aggiungere il calo delle quotazioni di tutte le materie prime, i grandi quantitativi immessi sul mercato dagli Stati Uniti e acquistati in buona parte dai Paesi Arabi e la Spagna, nostro principale competitor a livello europeo, che dopo un’iniziale difficoltà dovuto proprio al lungo periodo siccitoso vissuto in primavera che faceva presagire una marcata diminuzione produttiva, al momento sta vendendo con costi di trasporto verso l’export  inferiori ai nostri, sia per i balloni che per il pellet. Da un paio di mesi il mercato è praticamente fermo – analizza Carli – le richieste languono e i prezzi di tutte le materie prime in generale sono in flessione. Un quadro per certi versi preoccupante caratterizzato da una grande variabilità legata a molteplici fattori ma, come dicevo all’inizio,  conosciuto e vissuto da noi operatori del settore. Personalmente ritengo che l’auspicata ripresa degli acquisti di erba medica essiccata e disidratata da parte della Cina cambierà, in meglio, lo scenario”.

Meno ottimista di Alfeo Carli, Agostino Migiani, Responsabile commerciale del Gruppo Al Dahra Global Forage, ricorda che “dopo una prima fase in cui la domanda di prodotto ha registrato un discreto andamento con prezzi interessanti, siamo passati a una fase in cui le cose hanno preso tutt’altra direzione. Dallo scorso mese di luglio le quotazioni hanno iniziato a calare e con loro la domanda, un andamento che allo stato non sembra virare verso un’inversione di tendenza. Nel frattempo gli Stati Uniti sono entrati sul mercato con prezzi altamente competitivi rispetto ai nostri e gli Emirati Arabi, che rappresentavano il nostro più importante sbocco commerciale, dal 1 luglio hanno cambiato la normativa sui sussidi imponendo agli allevatori una riduzione in volume del 50% dei foraggi da destinare all’alimentazione animale a vantaggio dei mangimi, determinando per noi da un giorno all’altro il dimezzamento dei quantitativi prima esportati, passati da circa 1,2 milioni a 600.000 tonnellate. Per quello poi che riguarda il mercato interno non registriamo molto interesse, anche perché molti allevatori, quelli con le stalle di più grandi dimensioni, hanno ridotto la quota di erba medica da fornire al bestiame con altri prodotti proteici come paglia o crusca, passata quest’ultima dai 300 euro/tonnellata del 2022 a una media di 115-120euro/tonnellata di quest’anno. Sbocchi positivi? Nell’immediato non ne vedo. In un mercato in sofferenza è difficile intravedere qualche spiraglio rialzista sia per le quotazioni che per la domanda”.

Davanti a una situazione oggettivamente complessa e comunque in evoluzione, il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu) Gian luca Bagnara, fa un’analisi che sintetizza l’impegno e l’obiettivo dell’Associazione: “Di fronte a questi scenari sempre più strutturali – dichiara – AIFE/Filiera Italiana Foraggi continua nel suo impegno volto a qualificare l’intera filiera italiana attraverso la caratterizzazione dei valori ambientali che persegue quali la biodiversità, le produzioni ogm-free, la riduzione dei gas serra, oltre a valorizzare gli aspetti sanitari a iniziare dalla sanificazione del prodotto. Fattori che in modo inequivocabile ci distinguono dai nostri competitors americani”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.

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