Zootecnia. A Maccarese una stalla che guarda al futuro

MACCARESE (ROMA) – Precision farming, impianti a biogas, modello gestionale etico, completa integrazione all’interno del tessuto urbano, impegno nella riqualificazione e promozione del territorio: sono solo alcuni degli aspetti che rendono quello di Maccarese un allevamento sostenibile.

Tra i primi produttori di latte in Italia, leader nazionale della coltivazione delle mandorle, polo di formazione per lo sviluppo agro zootecnico – con docenti provenienti da tutto il mondo – e modello di riferimento per le tecniche d’avanguardia, l’economia circolare, il benessere animale e il welfare aziendale, con una media d’età dei dipendenti di 38 anni: la storia dell’azienda agricola Maccarese è costellata di primati ed è legata a filo doppio alla nascita del borgo stesso, alla sua riqualificazione e alla tutela di quattro oasi ora gestite dal WWF. Non a caso, infatti, dall’estate 2021, Maccarese Spa ha adottato lo status di “Società Benefit”, ovvero che opera in modo responsabile, sostenibile e trasparente.

Ultima azione di un programma fitto di interventi e investimenti mirati al continuo miglioramento delle condizioni di benessere, sia degli animali sia dei lavoratori, è la costruzione di una innovativa e ultratecnologica sala mungitura, definita tecnicamente “a giostra”, che è stata inaugurata venerdì 8 settembre 2023 in occasione dell’evento: “Maccarese, un allevamento sostenibile”, alla presenza delle principali istituzioni legate al territorio e al mondo dell’agricoltura e della zootecnia.

Un parterre d’eccezione è intervenuto sul palco per esprimere la propria visione di sostenibilità e sicurezza alimentare. A moderare l’incontro la giornalista e conduttrice televisiva e radiofonica Chiara Giallonardo, da sempre impegnata nella difesa dell’ambiente e nella promozione del Made in Italy, tanto che le è stata affidata la brillante conduzione di Linea Verde Life ed ora è al timone del programma di Rai Isoradio “Io, Chiara e il Green”.

Ad aprire i lavori è stato il  presidente di Maccarese S.p.A. Andrea Benetton: “Quando siamo arrivati a Maccarese, nel 2000 abbiamo pensato a come inserirci in questo territorio. L’azienda ha da subito adottato metodologie mirate alle tematiche ambientali. Abbiamo rafforzato il rapporto con il WWF, che con noi sta lavorando per tutelare questo ambiente”. Nei suoi 100 anni di storia la Maccarese S.p.A ha messo in campo una serie di interventi per riqualificare il territorio, investendo in sostenibilità, come ha spiegato di nuovo il Presidente Benetton: “Oggi siamo qui per inaugurare la sala mungitura, costruita durante il covid. Abbiamo riqualificato il borgo con 4 ristoranti, aperti alla comunità e all’inclusione. C’è poi il mandorleto più grande d’Italia”.

Ma le sfide per la Maccarese S.p.A. non si fermano quì, come sottolinea Benetton: “Ci auguriamo di poter affrontare un lavoro con i ministri su ciò che viene detto incorrettamente riguardo allevamenti, in particolare faccio un appello al ministro Lollobrigida per difendere nelle sedi opportune il Made in Italy”.

E’ stata poi la volta dei saluti istituzionali. Ha preso la parola il sindaco Fiumicino, Mario Baccini, che ha voluto rimarcare la forza di questo territorio laziale: “Fiumicino non è solo Maccarese, sono  24 km di costa, con siti archeologici e oasi naturalistiche importanti, e una vocazione agricola altrettanto poderosa. Siamo qui a festeggiare un’azienda la cui storia inizia nel 1925. La nostra città deve mettere in campo tutte le sinergie affinché tutte le esperienze del territorio possano diventare un fiore all’occhiello a livello internazionale”.

E’ stata poi la volta del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che si è focalizzato sulla difesa dei prodotti del territorio: “Non è scontata la presenza delle istituzioni. Se sono qui è perché la Maccarese è un’azienda etica, sostenibile, inclusiva. Stiamo lavorando per difendere il ‘Made in Lazio’ in campo agricolo. C’è una grande capacità del settore agricolo di includere i giovani nel mondo del lavoro”.

Molto atteso l’intervento del Ministro della salute Orazio Schillacci, è infatti la prima volta che questa carica prende parte ad un evento dedicato al mondo agroalimentare: “Questa è un’azienda agricola storica e credo  sia rilevante che nel suo profilo metta insieme sostenibilità ed etica. Questo è un approccio one health, che dobbiamo adottare in ogni ambito, specialmente nella salute”. Il Ministro della salute ha invitato a consumare prodotti made in Italy: “Occorre privilegiare prodotti italiani all’interno di una dieta Mediterranea. In questo modo possono essere combattute patologie come il diabete, che incide sulla salute e sul sistema sanitario. La sicurezza alimentare tutela i cittadini e l’economia italiana”.

La moderatrice Chiara Giallonardo ha poi intervistato il primo gruppo di ospiti. Ad aprire gli interventi è stato Claudio Destro, Presidente Polo Formazione per lo sviluppo agro-zootecnico: “Il polo di formazione è un’idea che sembra una novità, ma già nel 1955 questa azienda faceva formazione. Noi qui abbiamo un archivio storico, nel ’55 l’azienda teneva corsi sulla sicurezza, pollicoltura, taglio e cucito per le donne. Noi ogni anno abbiamo delegazioni di ambasciate, ministeri, università, scuole, Fao. Allora abbiamo deciso di mettere a disposizione le nostre competenze con Università della Tuscia, Coldiretti e altri partner e abbiamo iniziato ad erogare corsi di formazione. Anche durante il Covid abbiamo fatto corsi di formazione gratuiti con 3380 partecipanti. Ora abbiamo una grande ambizione, preparare il corso di capo azienda e capo stalla, sono due figure ricercatissime. Attiveremo delle borse di studio, formeremo i ragazzi facendogli fare un percorso in tutti i settori”.

E’ seguito il contributo dell’Assessore regionale al bilancio e Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini, che si è concentrato sui progetti della Regione a favore della sostenibilità: “Quarantaquattro milioni saranno destinati proprio al benessere animale per sostenere le aziende agricole del territorio che ha una forte vocazione rurale. Tutti i bandi hanno come stella polare la sostenibilità. Stiamo poi per avviare il bando per la meccanizzazione dei frantoi.C’è infine i il tema della formazione sul quale qui c’è grande attenzione”.

Ha concluso il panel Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, che ha voluto ribadire l’impegno dell’associazione a favore della transizione ecocologica: “Questa è una delle esperienze dell’agroalimentare che rappresenta un modello, grazie alla sua storia, passata e presente. fE’ un’esperienza che deve essere raccontata per essere replicata e trascinare tutto il settore. E’ in corso una transizione ecologica che non può non vedere protagonista l’agroalimentare e l’allevamento. Credo che  il tema dell’allevamento sostenibile vada affrontato evitando gli eccessi. La versione one health, di cui parlava Schillaci,  benessere animale, delle persone, del pianeta, devono andare di pari passo”.

E’ seguito il secondo gruppo di interviste, che ha visto confrontarsi Paolo De Castro, europarlamentare, Maurizio Martina, Vicedirettore generale FAO e Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

De Castro ha posto l’attenzione sul ruolo centrale degli agricoltori: “Il tema della transizione ecologica è uno sforzo che va fatto con gli agricoltori. Gli agricoltori devono essere non imputati, ma protagonisti.

E’ toccato poi a Maurizio Martina, che in qualità di Presidente della Fao, ha posto l’accento sulla necessità di garantire in modo equo cibo per tutti: “Noi tutti sappiamo che abbiamo difronte una tendenza demografica globale alla crescita. Negli ultimi anni è iniziata una fase storica complessa, le crisi sistemiche  si intrecciano e i confini diventano labili, questo pone alla sicurezza alimentare un valore diverso. L’intreccio della crisi climatica, della pandemia ed i conflitti e le guerre, che sono la prima causa di fame nel mondo, fa della lotta alla fame un’emergenza assoluta. Abbiamo bisogno di praticare le innovazioni che ci consentono di produrre meglio e consumare meno”.

Il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini si è invece concentrato sul futuro degli allevatori: “Io vedo il futuro degli allevamenti roseo, siamo convinti che se portiamo l’esempio italiano a livello europeo sarebbe vincente. C’è molta disinformazione.Dobbiamo concentrarci sullo spreco di cibo, piuttosto che sull’inquinamento degli allevamenti e le industrie”.

Prandini si è poi focalizzato sull’importanza di essere incisivi a livello internazionale: “Dobbiamo lavorare sulla rappresentanza a livello europeo. In tante regioni c’è la valorizzazione dei prodotti regionali, ma dobbiamo avere un’ottica di internazionalizzazione. L’internazionalizzazione deve essere delegata al governo, non alle regioni”.

A conclusione dei panel un contributo dell’Arcivescovo, Rino Fisichella, che ha detto la sua sul rispetto della natura: “La sostenibilità passa attraverso la natura, la terra è madre, e non è un caso che sia femminile. E’ madre perché genera, sostiene, protegge. La natura ha un suo linguaggio, parla, gli animali, i fiori, le piante, parlano. La legge economica non è la prima legge a cui siamo soggetti. Dobbiamo dapprima sottostare alla legge della natura, quando ce ne svincoliamo l’uomo perde la relazionalità con sé stesso, dimentichiamo chi siamo.

Fisichella ha poi toccato il tema dell’intelligenza artificiale ed i suoi sviluppi: “L’umanità ha sempre avuto una tecnologia e ne abbiamo fatti di passi, ma se la tecnologia non ha un volto umano e non è a servizio dell’uomo allora ci renderà schiavi. Andiamo verso un periodo in cui gli strumenti tecnologici ci domineranno. La speranza vive nel presente. L’augurio è che in tutte le nostre realtà possa esserci una centralità della persona umana”.

A chiudere gli interventi è stato il ministro del MASAF, Lollobrigida: “Io credo he i primi ambientalisti siano gli agricoltori, gli allevatori ed i pescatori. Preservano ciò che gli è stato tramandato dai loro genitori e lo passano ai loro figli. Difendere la natura significa difendere valori. La sicurezza alimentare è l’obiettivo di tutti, c’è chi vuole raggiungerla dando cibo a tutti e chi dando buon cibo a tutti. E’ incivile pensare ad un mondo in cui i ricchi mangiano bene ed i poveri cibo prodotto in laboratorio e di basso profilo nutrizionale”.

Dopo il panel di interventi è seguito il taglio del nastro dell’innovativa sala di mungitura rotativa a giostra. concluso a dicembre 2022. L’obiettivo principale dietro la costruzione di questo impianto – moderno e tecnologico – è il miglioramento del benessere degli animali e dei lavoratori, nel pieno rispetto della routine giornaliera delle bovine.

Mediamente, nell’arco di una giornata, una bovina riposa dodici ore, spende circa quattro ore e mezza mangiando e altrettante stando in piedi, tra le cuccette, i corridoi e in prossimità degli abbeveratoi. Facendo la somma, restano circa tre ore al giorno per la mungitura, compresi i tempi di trasferimento da e per la sala mungitura e il tempo trascorso in sala di attesa.

È molto importante considerare questo aspetto, perché quando si dilatano i tempi di mungitura, le bovine tendono a ridurre i tempi di riposo, con effetti negativi sulla produzione di latte e sullo stato di salute.

Sulla base di queste considerazioni, l’impianto a giostra è il sistema che consente una mungitura molto più veloce e, soprattutto, autonoma e volontaria. Infatti, in questa sala è l’animale che si muove portandosi di fronte all’operatore – che rimane stazionario – a differenza di quanto succede negli impianti a spina di pesce o paralleli. Questo riduce di molto lo stress sia degli operatori che degli animali. Una mungitura più veloce, inoltre, permette di ridurre il tempo in cui gli animali rimangono al di fuori della stalla e, quindi, il tempo in cui rimangono lontani dalla possibilità di riposare, alimentarsi e interagire con gli altri animali. In aggiunta, la maggior velocità di mungitura consentirà di risparmiare in un anno circa 29.000 Kw rispetto ad un tradizionale impianto rotativo.

Il nuovo impianto è dotato di alti livelli tecnologici che consentono di monitorare la quantità e la qualità del latte (grasso e proteina) per singolo capo, in ogni mungitura; inoltre, ogni bovina è dotata di un pedometro o di un collare che consentono di monitorare il livello di attività (indicatore di calore), i tempi di riposo e di ingestione. Tutti questi dati a disposizione degli operatori permettono di anticipare eventuali problemi, al fine di evitare stati di malessere che potrebbero portare alla manifestazione di eventuali patologie (questo ha riflessi positivi, perché determina un minor consumo di antibiotici). La tecnologia installata consente, inoltre, di aumentare il grado salubrità e sicurezza del latte prodotto, rappresentando un’ulteriore garanzia per il consumatore, in aggiunta a tutti i controlli che vengono eseguiti lungo la filiera.

Particolare attenzione è stata posta all’ambiente di lavoro, dove è continua l’interazione uomo – animale.  Partendo dal presupposto che la tecnologia applicata in azienda debba supportare e non sostituire l’uomo, Maccarese ha dotato il nuovo impianto di mungitura di due robot, uno all’ingresso per la pulizia della mammella degli animali e uno all’uscita, per la disinfezione dei capezzoli. Questo ha consentito la riduzione del 45% dell’operosità manuale degli operatori, rispetto alla mungitura tradizionale.

In conclusione, l’investimento per la realizzazione del nuovo impianto a giostra ha permesso all’azienda di migliorare lo stato di comfort degli operatori e degli animali e ottenere, quindi, una maggiore efficienza del complesso processo produttivo di latte fresco alimentare di alta qualità.

Infine, la scelta di un impianto avveniristico, realizzato completamente in acciaio Inox a bassissimi consumi elettrici, è un ulteriore passo verso l’idea di sostenibilità da sempre ricercata dall’azienda Maccarese.

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