Biocarburanti: Uncai agromeccanici pronti a investire nel settore

ROMA – L’Italia non si arrende alle scelte discutibili dell’Europa e si fa promotrice di una nuova alleanza mondiale sui biocarburanti, insieme a Stati Uniti, India, Brasile, Emirati Arabi, Argentina, Bangladesh. Lo ha annunciato il premier Giorgia Meloni, che ha evidenziato il ruolo strategico di questa fonte energetica rinnovabile e a bassa emissione di carbonio, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e del piano Repowereu. L’alleanza punta a promuovere il progresso e l’adozione diffusa dei biocarburanti, facilitando i progressi tecnologici e definendo solidi standard e procedure di certificazione.

L’Italia è leader nella sperimentazione e produzione di sementi e tecnologie che rendono la produzione di materia prima agricola per biocarburanti perfettamente sinergica, complementare e migliorativa della stessa produzione agricola, realizzando un perfetto modello di economia circolare.

A guidare questa rivoluzione verde ci sono anche gli agromeccanici italiani, che rappresentano il 40% del mercato dei mezzi agricoli. Essi sono i soggetti deputati ad acquistare i mezzi più innovativi, avendo la possibilità di cambiare parco macchine regolarmente, prima che queste diventino obsolete. Spesso partecipano a comunità energetiche e sono soci degli agricoltori nella costruzione e gestione degli impianti di biogas e ora di biometano. Il biometano ricavato dagli scarti agricoli potrà sostituire una quota importante dei consumi interni di metano fossile e far girare i mezzi più avanzati e puliti.

“Accogliamo con favore l’iniziativa dell’Italia di aderire all’alleanza mondiale sui biocarburanti, che riconosce il valore aggiunto della nostra filiera agroenergetica. Gli agromeccanici italiani sono pronti a investire in innovazione e sostenibilità, contribuendo alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e alla valorizzazione delle biomasse agricole”, dichiara Aproniano Tassinari, presidente di Uncai, l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali.

L’Italia sfida così l’Europa, che lo scorso aprile ha escluso i biocarburanti dalle deroghe accordate in vista della fine, nel 2035, delle vendite di auto con motori alimentati con carburanti di origine fossile. Una scelta contestata dal governo italiano, perché la deroga è stata concessa ai carburanti di origine sintetica (e-fuels) che non sono disponibili e ancora allo studio sotto il profilo dell’impatto ambientale. L’Unione europea ha quindi messo da parte il principio essenziale della neutralità tecnologica, considerato che i biocarburanti costituiscono una realtà consolidata. “L’auspicio è che le novità definite in ambito del G20 inducano le istituzioni di Bruxelles a rivedere le scelte fatte”, afferma Tassinari, secondo cui “la valorizzazione delle biomasse agricole per la produzione di biocarburanti avviene anche attraverso il recupero di terreni degradati e inquinati reso economicamente sostenibile dall’intervento professionale degli agromeccanici. Partendo dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile arrivare in Italia all’obiettivo di immettere nella rete 8 miliardi di metri cubi di gas ‘verde’ da qui al 2030, particolarmente importante per il fabbisogno energetico nazionale”.

Informazione pubblicitaria