Distillati: allarme dalla Cina con una indagine antidumping sui distillati da vino. Assodistil, stiamo investendo in quel mercato

Italy -Trentino Alto Adige

ROMA – “AssoDistil sta investendo da alcuni mesi nel mercato cinese con un progetto di promozione del Brandy italiano, eccellenza dei distillati Made in Italy, e proprio in questi giorni cominciamo a registrare i primi segnali di interesse da parte dei consumatori cinesi. Adesso veniamo a conoscenza, con sconcerto, dell’indagine antidumping che il Ministero del commercio cinese ha avviato su alcune tipologie di prodotti alcolici di provenienza UE, in particolare proprio i distillati di vino” – sottolinea Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil.

“Sebbene, dalle prime informazioni sembrerebbe che lo scopo dell’indagine sia eminentemente ritorsivo contro analoghe indagini UE indirizzate verso l’import di motori elettrici dalla Cina, non vi è dubbio che l’iniziativa cinese metta a rischio lo sviluppo del mercato del Brandy in quel Paese nonché la propensione all’investimento da parte di quei produttori non ancora presenti in Cina che vedono nel grande Paese asiatico un interessantissimo mercato potenziale di sviluppo sia del brandy che dei distillati in generale. Un’indagine antidumping rischierebbe inevitabilmente di bloccare sul nascere una iniziativa come quella della promozione del Brandy italiano in Cina oltre che recare un danno economico enorme al settore degli spirits e tutto questo senza alcuna ragione reale: infatti, oggi sul mercato cinese il brandy UE viene venduto a prezzi decisamente superiori a quello dei distillati locali e comunque, laddove pure si ravvisasse l’opportunità di bloccare le importazioni di distillati dall’UE, ciò risulterebbe economicamente ininfluente per controbilanciare il rischio di un blocco delle importazioni in UE di componentistica e motori elettrici dalla Cina che vale dieci volte di più.

Per questo, come associazione di categoria che rappresenta la quasi totalità della produzione distillatoria in Italia, abbiamo chiesto al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che le nostre Istituzioni si adoperino per impedire che questa pericolosissima iniziativa abbia seguito” – conclude Cobror.

 

Informazione pubblicitaria