Sostegno a Ucraina senza penalizzare agricoltura europea. Avanza (Azione): Servono sanzioni anche ai prodotti agricoli russi

ROMA – “Sostenere l’Ucraina è una necessità. La nostra libertà e la sicurezza dell’UE dipendono dal coraggio degli Ucraini e dalla capacità europea e americana di fornirgli le armi e le munizioni per difendersi”.

A sottolinearlo è Caterina Avanza, responsabile Agricoltura di Azione.

“Ma per aiutare l’Ucraina è necessario accettare di destabilizzare i mercati agricoli europei? Io non credo. Anzi più saremo forti e più riusciremo a supportare lo sforzo bellico ucraino.

Innanzitutto va detto che la crisi che vivono oggi alcune filiere non è data solo dall’ export ucraino. Serve guardare ancora una volta in direzione del Cremlino. Nel 2023 si è assistito a un vero e proprio boom di acquisti italiani del grano russo, giunto addirittura a 445mila tonnellate, più di dieci volte la quantità acquistata nel 2022.

Serve quindi imporre sanzioni anche ai prodotti agricoli russi. Sanzioni che non sono state messe per non far crescere i prezzi del grano in paesi fragili come quelli africani ma che oggi si rendono necessarie.

Inoltre servono clausole di salvaguardia per un certo numero di prodotti agricoli in provenienza dall’Ucraina, in particolare i cereali, compreso il grano, polli, uova e miele.

All’Ultimo consiglio europeo una delegazione guidata da Francia e Polonia hanno chiesto una revisione dell’ATM (misure autonome commerciali), il protocollo di libero scambio provvisorio con l’Ucraina che permette ai prodotti agricoli ucraini di continuare a entrare nel mercato europeo senza tariffe o quote fino al 6 giugno 2025.

Il Consiglio ha deciso per il rafforzamento delle clausole di salvaguardia automatiche sulle importazioni di diversi prodotti agricoli ucraini compreso il grano e ha chiesto di modificare il periodo di riferimento, che attualmente corrisponde agli anni 2022 e 2023, per renderlo più favorevole ai produttori europei, introducendo anche 6 mesi del 2021. Questo nuovo compromesso, che è un buon compromesso, convalidato dagli ambasciatori dei 27 Stati membri, ha visto inspiegabilmente l’Italia astenersi.

Il Parlamento europeo sarà chiamato a validare questo compromesso alla prossima plenaria. Spero che l’Italia sosterrà questo accordo che non toglie nulla all’appoggio che necessariamente il nostro paese deve apportare all’Ucraina ma allo stesso tempo evita il fallimento di centinaia di imprese italiane e europee”.

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