Il Made in Italy non può fare a meno dell’Europa. Censis: Ma gli italiani (85%) chiedono dazi per chi non rispetta regole sanitarie, sociali e sicurezza

PARMA – “Possente”. È questo l’aggettivo scelto dal Censis descrivere l’industria agroalimentare italiana.

La ricerca realizzata con Federalimentare e presentata oggi al Cibus di Parma racconta, con i numeri, la crescita economica costante del settore per esportazioni e fatturato, ma anche nella fiducia dei cittadini, e guarda al futuro a partire dalle possibili ricadute delle elezioni europee di giugno.

Che cosa si aspettano gli italiani? L’84,9% degli intervistati è convinto che occorra innalzare barriere alle merci che arrivano da paesi con regole sanitarie, sociali e di sicurezza inadeguate rispetto a quelle imposte alle imprese Ue.

Oltre l’89% degli italiani ritiene che la Ue dovrebbe affiancare le imprese dei paesi membri nel loro sforzo per diventare più competitive rispetto a quelle dei paesi non comunitari.

Secondo i ricercatori la richiesta di barriere doganali catalizza consensi elevati trasversalmente a gruppi sociali e territori, e “dà voce ad una convinzione connessa: che la prevalenza sempre e comunque del libero mercato sta penalizzando l’Italia e la Ue”.

Il mercato unico è percepito come una grande conquista, tuttavia la buona regolazione nazionale e di provenienza Ue che tutela sicurezza e salute finiscono per essere vanificate dal libero accesso dei prodotti di paesi che invece di regole semplicemente non ne applicano. Nella ricerca si mette in luce una “consolidata insofferenza non tanto per l’eccesso di regole imposte dalla Ue, quanto perché esse generano costi per le imprese comunitarie, mentre quelle extra Ue sono libere di operare nel mercato europeo senza obblighi né relativi costi”. Da qui la richiesta di reciprocità. Reciprocità che per i ricercatori “non è il portato di propensioni sovraniste o neo-protezioniste, ma è alimentata dalla convinzione che tutto lo sforzo della Ue per migliori standard di qualità e sicurezza finisca per tradursi in perdita di capacità competitiva delle imprese, senza che i consumatori ottengano i benefici che tali provvedimenti vorrebbero generare”.

In generale, però, l’Unione Europea resta per una consistente maggioranza di italiani un valore: il 66,4% ritiene che sia un fattore di forza e sicurezza per l’Italia nel travagliato mondo attuale con guerre e crisi economiche. Tra gli italiani, dunque, non ha presa la convinzione che rinunciare alla Ue consentirebbe di ottenere risultati migliori.

INAUGURAZIONE CIBUS

Il presente, invece, è legato all’edizione numero 22 di Cibus, inaugurata questa mattina dai ministri Adolfo Urso (Imprese e made in Italy) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura e Sovranità alimentare) he traccia le nuove rotte del fondo per consolidare ed allargare il mercato nazionale e quello internazionale. Edizione record con oltre 3.000 espositori e mille novità di prodotto: lecca-lecca musicali, l’uovo vegetale, il salame al tartufo con copertura di parmigiano e il chutney all’aceto balsamico di Modena, ma anche un ricco spazio ai prodotti naturali, a partire dal collagene. Secondo Paolo Mascarino, presidente Federalimentare: “Siamo un comparto forte, in crescita e un settore che genera ricchezza grazie ai suoi prodotti e le sue imprese. Una concretezza che si riflette sulla grande fiducia che consumatori ci riservano e che sono testimoniati dal 93% dei cittadini che attribuiscono all’industria alimentare sviluppo sociale ed economico così come, il 94% vedono nel Made in Italy alimentare uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo e un traino per il nostro Pil”.

Resta da risolvere, però, il tema delle ricadute negative della poste suina. Il ministro Urso ha annunciato un incontro in programma domani con le regioni colpite dalla malattia. Lollobrigida annuncia la volontà di coinvolgere l’Europa: “Abbiamo previsto l’intervento dell’esercito e della protezione civile ma c’è un altro lavoro da fare in Europa perché se c’è un cinghiale infetto nel raggio di alcuni km non esporti più: è sbagliato. Va fatto un lavoro con altre nazioni per raggiungere un accordo”.

FORMAGGI

Intanto il ministro dell’agricoltura ha firmato il patto che promuove, in Italia e all’estero “due settori strategici del nostri Paese”, cioè formaggi e ristorazione. L’associazione italiana dei formaggi DOP e Igp e Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, hanno trovato un punto di incontro lanciando le prime linee guida per garantire una maggiore tutela e valorizzazione dei prodotti caseari certificati nei ristoranti. Ancora il ministro: “Non volevamo imporre il carrello dei formaggi, quella è stata una ricostruzione forzata e pazienza, ma fare qualcosa perché il valore dei nostri formaggi trovasse spazi importanti nella ristorazione”.

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