ROMA – In Europa la produzione di pesche e nettarine, che fino al 2017 si attestava intorno a 4 milioni di tonnellate, dal 2018 ad oggi non ha più raggiunto neppure i 3 milioni di tonnellate.
Diversi i fattori che hanno contribuito a questo calo: riduzione delle superfici, condizioni meteorologiche avverse, costante diminuzione dei principi attivi disponibili per impostare la difesa fitosanitaria, carenza di manodopera.
E’ quanto è emerso nell’incontro annuale del Gruppo di contatto (GDC) pesche e nettarine con Italia, Spagna, Francia a Portogallo riunite a Fundão, in Portogallo. Per l’Italia erano presenti all’incontro Michela Galimi della Direzione generale delle politiche internazionali e dell’Unione europea del Masaf; Gabriele Ferri, rappresentante di Confcooperative e coordinatore del comitato di prodotto pesche e nettarine dell’OI Ortofrutta Italia; Michele Ponso presidente FNP Frutticoltura di Confagricoltura; Barbara Brunello esperta Osservatorio di mercato CSO. Numerosi anche i rappresentanti della filiera in videocollegamento.
All’ordine del giorno la campagna di produzione e commercializzazione 2024, le previsioni di produzione per la campagna 2025, passando per le sfide del settore, in particolare sul tema della salute delle piante e sul lavoro, per concludere con innovazione e tecnologia legate alla valorizzazione del comparto.
Nel complesso la produzione per la corrente stagione sarà prevedibilmente in leggera flessione rispetto al precedente esercizio, ma con calibri mediamente migliori rispetto al 2024.
Per l’Italia, secondo produttore UE dopo la Spagna, la campagna 2024 è stata archiviata con una produzione complessiva nazionale di pesche e nettarine pari a 973mila tonnellate, +11% rispetto al 2023, che è stato un anno particolarmente deficitario soprattutto a causa delle gelate che hanno interessato il Nord Italia.
Sul fronte degli acquisti, il 2024 ha fatto segnare un lieve incremento rispetto all’anno precedente (+2%) dovuto sostanzialmente alla buona performance delle nettarine. Per quanto riguarda il commercio estero, si è assistito a un rilevante balzo delle esportazioni, ma anche a un parallelo incremento delle importazioni. L’UE si conferma il bacino di export più rilevante per l’Italia.
Per quanto concerne il 2025, anche a causa dell’andamento climatico anomalo – la primavera si sta svolgendo con una alternanza fra temperature elevate e prevalenti ritorni di freddo e piovosità – è difficile fornire dei dati puntuali. Al momento si osserva un calo delle superfici di circa il 3% che riguarda principalmente il Nord Italia e si prevede una riduzione della produzione compresa tra il 6 e l’8% per segmento pesche e nettarine, mentre per le percoche la diminuzione sembrerebbe essere più marcata.
Per quanto riguarda la Spagna, il 2024 si è chiuso con una produzione di 552.173 tonnellate di pesche e 544.200 tonnellate di nettarine, produzione ottenuta su una superficie complessiva di 55.533 ettari tendenzialmente stabile. Relativamente alle previsioni produttive, la stagione in corso sta partendo con un ritardo di oltre 7 giorni in tutte le aree produttive e si prevede una riduzione delle quantità in particolare al Nord.
Per la Francia, nel 2024 la produzione di pesche e nettarine è aumentata di pochi punti percentuali rispetto alla precedente campagna. Non si prevedono incrementi produttivi per l’anno in corso.
Relativamente al Portogallo è stato evidenziato che la produzione limitata non soddisfa il fabbisogno interno.
Il Gruppo di contatto ha esaminato anche la complessa situazione fitosanitaria valutando attentamente i diversi strumenti a disposizione dei produttori di ogni Paese: nelle prossime settimane sarà perfezionato e condiviso un documento congiunto con proposta di omogeneizzazione delle sostanze disponibili per la zona C-SUD.