Agricoltura virtuosa, l’esempio delle cooperative. Carlotti (Legacoop): Con AI potenziamento della lotta al caporalato

Carlotti

ROMA – Massimo Carlotti, vicepresidente Legacoop Agroalimentare e presidente Terre dell’Etruria, intervenendo alla conferenza finale del progetto voluto da Kyoto Club, ha illustrato come le buone pratiche abbiano anche un percorso di trasparenza e di chiarezza, che parte dalla terra e arriva allo scaffale con un prezzo giusto. «Abbiamo messo in atto un metodo di calcolo che coinvolge direttamente i nostri soci per vedere come incide ciascun centro di costo e andare così a proporre un prezzo equo.

Questo per contrastare, tra l’altro il caporalato. Mettiamo in vendita un prodotto fatto con una certa etica certificata anche dall’agricoltore». Per fare questo «l’agricoltore si mette in gioco, con app comunica ogni mattina quando inizia, quanti agricoltori impiega e quando finisce. I dati trasparenti e con qR Code li legge anche il consumatore che ha la possibilità di verificare come viene prodotto quanto sta per acquistare. Ed è anche un modo per contrastare, attraverso l’IA il caporalato.

L’obiettivo di una agricoltura con zero emissioni è l’obiettivo del progetto AgreeCap. Un obiettivo raggiungibile se tutti mettono in atto buone pratiche legate alla transizione tecnologica. Come è stato illustrato oggi a Roma, Giornata Mondiale dell’Ambiente, alla conferenza finale del progetto voluto da Kyoto Club, cofinanziato dall’Unione europea e che ha visto il patrocinio di Parlamento europeo, Spazio Europa, Commissione europea e ministero della Giustizia. Un progetto per il sostegno dell’economia rurale, grazie a un focus sulle nuove competenze e tecnologie (agricoltura 4.0), sempre più intelligenti e sostenibili, che permettono uno sviluppo occupazionale, con il coinvolgimento delle donne in agricoltura, insieme a nuove opportunità di business a livello locale.
Simona Caselli, presidente Granlatte e vice presidente Granarolo ha evidenziato come «siamo impegnati in un piano di transizione sostenibile per ridurre le emissioni climalteranti fino al 30% entro il 2030 che ci porta a ridurre l’impatto in ogni fase produttiva, raccogliendo i dati su una piattaforma digitale per il monitoraggio e la rendicontazione.
Fra le tante attività spicca la conversione delle deiezioni animali in biometano, un esempio virtuoso di economia circolare». Caselli ha anche sottolineato che «la specificità cooperativa che caratterizza il gruppo Granlatte/Granarolo è profonda perché la proprietà appartiene ai produttori. E di conseguenza la logica non può essere quella della competizione tramite la minimizzazione del costo della materia prima, ma quella della valorizzazione del prodotto dei soci allevatori.
Altra funzione chiave è quella di rafforzare, grazie all’aggregazione nella filiera cooperativa, la base associativa composta in parte consistente dai piccoli produttori di latte che sono fondamentali per ragioni sociali e ambientali, specie per le aree di montagna o interne, dove l’allevamento è una delle poche attività che tengono vivo e curato il territorio».
Dal canto suo Giorgio Baracani presidente Conapi ha sottolineato che«la nostra mission è tutelare la salute delle api e l’ambiente attraverso la valorizzazione del prodotto. Il settore apistico è in crisi, colpito dalla desertificazione e del cambiamento climatico. Siamo quindi direttamente impegnati in azioni di sensibilizzazione, anche insieme ad altre realtà agricole come Granarolo. La nostra sede appenninica, a Monterenzio nell’Appennino bolognese, è un fondamentale presidio del territorio, ospitando anche alcune delle varie iniziative ludiche e pedagogiche organizzate da Conapi».
E, ha spiegato che «Conapi è la cooperativa apistica più grande d’Europa e l’unica filiera completa del miele italiano, dalla produzione alla distribuzione (con il marchio Melizia). Le donne gestiscono il 20% delle aziende associate, ben oltre la media agricola, e hanno tutte le funzioni apicali nel management della cooperativa. Avendo soci in Spagna, siamo già una cooperativa europea, ma ben ancorata in quasi tutte le regioni d’Italia».
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