Caporalato. Copagri: includere nel tavolo le organizzazioni agricole più rappresentative

La Confederazione produttori agricoli-Copagri stigmatizza i contenuti dell’emendamento al cosiddetto D.L. Fiscale, approvato in Commissione Finanze nella tarda serata di ieri, con il quale viene prevista l’istituzione al Ministero del Lavoro di un “Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura”.

“Nonostante la Copagri abbia sempre appoggiato e continui a sostenere ogni iniziativa finalizzata a combattere qualsiasi fenomeno di lavoro irregolare e di sfruttamento della manodopera, in agricoltura così come in altri settori produttivi, non possiamo non esprimere stupore in merito a un ulteriore strumento che rischia di diventare ridondante rispetto alla già esistente cabina di regia istituita dalla Legge 199/2016”, afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina.

“E’ infatti necessario, a nostro avviso, evitare di creare disposizioni che creino confusione con quanto previsto dalla Legge 199/2016, la quale, lo ricordiamo, a causa della mancanza di chiarezza in alcune sue disposizioni, in alcune casi assolutamente inapplicabili, ha determinato sinora scarsi risultati concreti, e necessita pertanto di essere rivista”, rimarca il presidente.

“Pur condividendo in linea di massima le finalità dell’emendamento, che dà corpo a quanto emerso in occasione della riunione svoltasi alla Prefettura di Foggia, ci preme sottolineare la necessità di un maggiore e fattivo coinvolgimento delle organizzazioni agricole maggiormente rappresentative all’interno del suddetto tavolo; chiediamo, in particolare, che i rappresentanti dei datori di lavoro non vengano presi in considerazione in qualità di meri partecipanti alle riunioni del tavolo, ma che vengano chiaramente indicati tra i componenti di diritto dello stesso”, continua il presidente della Copagri. “Per tutti questi motivi, auspichiamo che nella seconda lettura del provvedimento vengano limate queste storture e vengano considerate le legittime istanze delle organizzazioni agricole maggiormente rappresentative”, conclude Verrascina.

 

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