Filiera legno sotto pressione: Prezzi in ascesa, scarsità di materia prima e concorrenza internazionale.L’80% è import

ROMA – Prezzi in ascesa, scarsità di materia prima e concorrenza internazionale mettono sotto pressione la filiera italiana del legno.

L’80 per cento del fabbisogno delle segherie nazionali è coperto dalle importazioni ma nel breve e medio periodo la situazione potrebbe peggiorare.

Il motivo? Malgrado i dazi, infatti, Germania e Austria stanno orientando le loro esportazioni verso gli Stati Uniti e cercano nuovi mercati in Asia e nell’Africa del Nord.

“La scarsità di materia prima fa aumentare i prezzi dei semilavorati prodotti dalle segherie italiane, a tutto vantaggio di quelle straniere”, denuncia Massimiliano Bedogna, presidente di Conlegno, il consorzio che rappresenta oltre 2.000 aziende della filiera legno.

Dal suo punto di vista si tratta di una situazione paradossale: “L’Italia dispone di un ampio patrimonio forestale – ben 12 milioni di ettari, il quaranta per cento del territorio nazionale – ma sfrutta solo una minima parte di questa risorsa”. Secondo il Masaf, infatti il tasso di utilizzo dei boschi italiani è tra i più bassi in Europa: si preleva solo il 24% dell’incremento annuo di volume contro una media UE del 54%. “A parità di copertura forestale, la Germania produce dieci volte più legno dell’Italia”.

Che fare, allora? Ancora Bedogna: “Dobbiamo passare da un’ottica di conservazione passiva a una gestione attiva delle risorse forestali. In Italia, le superfici boscate aumentano ogni anno di 53.000 ettari, spesso su ex terreni agricoli abbandonati. Ma il bosco non gestito è un rischio: genera parassiti, dissesto idrogeologico e maggiore esposizione agli incendi”. Secondo Conlegno “è il momento di investire in filiere produttive sostenibili, integrate con la protezione ambientale, e massimizzare, anche in collaborazione con Rilegno il riutilizzo ed il riciclo del legno per un’economia circolare che in Italia non ha rivali”.

Sebastiano Cerullo, segretario generale del consorzio, traccia una road map di questo percorso che non può che iniziare dalla necessità di “aumentare il prelievo legnoso nazionale, ma con criteri sostenibili e nel pieno rispetto degli equilibri ambientali”. In questo schema di gioco “serve poi un forte impulso alla forestazione produttiva, da sviluppare in sinergia con gli attori locali, e una gestione attiva dei boschi, essenziale per contrastare gli effetti del cambiamento climatico”.

E, naturalmente, c’è il fronte dell’innovazione: “Stiamo lavorando per diffondere l’adozione della Carbon Footprint aziendale, strumento utile a misurare e contenere l’impatto ambientale delle imprese, e abbiamo già messo a disposizione delle nostre consorziate un software dedicato all’ecodesign del pallet, che consente di progettare imballaggi più sostenibili”.

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