Caso Anas. Sicurezza dei lavoratori è emergenza nazionale. Assoverde e Asso.Impr.Di.A. chiedono tavolo tecnico di confronto

ROMA – La sicurezza dei lavoratori impegnati nei cantieri Anas per la manutenzione delle infrastrutture verdi italiane è diventata un’emergenza nazionale.

Assoverde e Asso.Impr.Di.A. (Cisambiente Confindustria), insieme a Confagricoltura, hanno presentato un documento realizzato da imprenditori e avvocati che pongono in risalto le contraddizioni sistemiche di un continuo richiamo all’ambiente e alla sicurezza.

Un richiamo solo a parole, disatteso poi dai bandi di gara dove i capitolati non hanno proprio in conto gli oneri della sicurezza dell’allestimento dei cantieri o propongono dubbie metodologie di computo e le gare hanno sempre meno partecipanti di qualità e iniziano ad andare deserte. Il costo del lavoro di allestimento dei cantieri sicuri lungo le strade può variare di ben 10 volte tra quanto messo in budget dal Brennero rispetto all’Anas.

E la stessa Anas, la cui gara sul Grande Raccordo Anulare è appena andata deserta, avrebbe dovuto dare una sveglia al sistema: basta verificare quante erbacce sono cresciute tra le corsie, costituendo un pericolo imminente, oppure al rischio incendi.

“Serve un dialogo istituzionale costante e costruttivo con le stazioni appaltanti – dichiara Rosi Zuliani Sgaravatti, presidente Assoverde – perché le domande che noi rivolgiamo su temi come l’ambiente e la sicurezza del lavoro non sono solo calzanti ma giuste e di buon senso”.

“Come maggiori sindacati datoriali del settore denunciamo che non solo non riusciamo a condividere con le stazioni appaltanti il valore della sicurezza, ma spesso di fronte ai nostri legittimi dubbi troviamo un assordante silenzio”, afferma Melissa Rava, presidente di Asso.Impr.Di.A..

“La strada da percorrere è che ognuno faccia la sua parte, imprese e lavoratori, istituzioni e politica, per applicare le leggi ed evitare che situazioni simili o uguali vengano trattate in modo diverso e generino tutele di serie A e di serie B: questo è inammissibile, perché tutti i lavoratori hanno gli stessi diritti, in primo luogo quello alla sicurezza”, dice Marco Feroci, avvocato di Asso.Impr.Di.A..

“Le norme ci sarebbero; quello che è inaccettabile è il diverso valore attribuito ai costi della sicurezza: lo studio presentato dalle due associazioni dimostra che il rifacimento della stessa banchina assume valori economici macroscopicamente diversi a Bolzano piuttosto che a Catanzaro, il che dimostra la necessità di maggiore attenzione da parte delle stazioni appaltanti nella predisposizione dei computi della sicurezza in sede di progettazione”, commenta Francesco Lilli, avvocato di Assoverde.

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