Dermatite bovina. UCI: Zootecnia in ginocchio. Il Governo guidi una strategia nazionale efficace

Emilia-Romagna

ROMA“Il Governo italiano deve assumersi la responsabilità di guidare una strategia nazionale seria, efficace per contrastare le nuove minacce sanitarie e fitosanitarie che stanno mettendo in ginocchio le nostre produzioni”.

Mario Serpillo, presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI) rivolge un appello agli organi di governo affinché si intervenga prontamente sul fronte del gravissimo allarme generato dai focolai di dermatite nodulare contagiosa (LSD) che da fine giugno hanno colpito in particolar modo la Sardegna. Sono già stati registrati una dozzina di focolai accertati e centinaia di capi abbattuti che hanno fatto scattare misure straordinarie di contenimento anche in Lombardia. Ma devono essere immediatamente attuati piani di prevenzione, sorretti da strutture operative rafforzate e da una regia chiara da parte dello Stato”.

Il primo caso italiano è stato confermato il 21 giugno in provincia di Nuoro. Da lì, la malattia virale ha continuato a diffondersi in diversi allevamenti. In Sardegna sono stati colpiti oltre 1.200 bovini, con quasi 100 casi confermati e abbattimenti selettivi già in corso. Un singolo focolaio in provincia di Mantova ha portato all’abbattimento totale dell’allevamento interessato. La campagna vaccinale è in fase di avvio, ma la consegna delle dosi – che, secondo fonti tecniche, dovrebbero arrivare dal Sudafrica – non ha ancora rispettato i tempi richiesti.

“La vera emergenza – denuncia Serpillo – non è solo la malattia, ma l’assenza di una visione nazionale. Anche stavolta il Governo si limita a rincorrere i focolai con misure tampone, mentre gli allevatori si trovano soli, con danni economici ingenti e poche certezze”.

UCI propone un piano nazionale di gestione delle epizoozie; risorse straordinarie per il personale veterinario, e l’immediato coinvolgimento degli studenti di Veterinaria e Agraria nelle aree ad alta densità zootecnica, attraverso tirocini formativi strutturati.

Per il presidente Serpillo, la crisi sanitaria che sta colpendo gli allevamenti non può essere considerata un caso isolato: “La dermatite nodulare è l’ennesimo segnale di un sistema fragile. Quello che sta accadendo oggi con i bovini è molto simile a quanto avvenuto negli scorsi anni con la Xylella in Puglia: anche lì, mancata prevenzione, ritardi nella risposta e isolamento degli agricoltori hanno aperto la strada al disastro. Sono due facce della stessa medaglia. La verità è che manca una strategia di contrasto e di governo che tenga insieme la salute animale, la salute vegetale e la tenuta dell’economia agricola nazionale”.

UCI sottolinea come l’impatto economico di queste emergenze vada ben oltre il perimetro degli allevamenti: la perdita di capi, i limiti alla movimentazione degli animali e la riduzione della produzione incidono direttamente sulla filiera lattiero-casearia, sull’export e sull’occupazione. In Sardegna, grazie alla collaborazione tra Istituzioni e operatori, è stato almeno possibile garantire il trasporto del latte crudo verso gli stabilimenti di trasformazione, evitando il blocco della produzione. Ma, avverte Serpillo, “non possiamo vivere di deroghe: serve una riforma strutturale, che metta in sicurezza il sistema produttivo con strumenti permanenti, risorse certe e una regia tecnica nazionale forte”.

UCI chiede al Governo di svolgere un ruolo più attivo e coordinato, anche valutando l’attivazione della riserva di crisi per le epizoozie, come già accaduto in passato per l’influenza aviaria.

“Abbiamo le competenze e le soluzioni – conclude Serpillo – tuttavia, manca il coraggio politico di tradurle in una strategia nazionale. Ogni giorno che passa, senza una risposta concreta, produce danni reali alle imprese agricole e mette a rischio la sostenibilità di interi territori”.

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