Pomodoro da industria: a Verona stagione difficile ma prezzi buoni (14,30 euro quintale)

VERONA – Le bombe d’acqua primaverili e l’eccessivo caldo di giugno non sono state favorevoli per la coltivazione del pomodoro da industria, che sta risentendo delle bizze del tempo almeno per una parte delle produzioni.

Da pochi giorni, nel Veronese, è iniziata la raccolta dei pomodori precoci, che sarà seguita a metà mese da quelli medio-precoci e infine, in settembre, dai medio-tardivi e dai tardivi. E la panoramica è a macchia di leopardo.

“Possiamo già dire che il 2025 è un’annata difficile, segnata dalla tropicalizzazione del clima, che passa da piogge incessanti a temperature altissime – sottolinea Marco Giavoni, della sezione di prodotto Pomodoro da industria e orticole di Confagricoltura Verona, titolare dell’azienda agricola familiare La Colombarola a Nogarole Rocca -. I pomodori precoci, piantati a metà aprile, hanno risentito delle continue piogge e del freddo: un eccesso di acqua che ha causato problemi di asfissia. Poi, con l’arrivo dell’estate, le piante si sono riprese e hanno segnato buone rese, tra 850  e 900 quintali ad ettaro. I medio precoci, piantati tra metà aprile e metà maggio, sono cresciuti in una situazione migliore, perché con l’arrivo delle temperature anomale tra giugno e luglio erano già strutturati e hanno sopportato meglio il caldo.

Ottima la resa, con 1.000 quintali all’ettaro. I medio tardivi e i tardivi, da metà maggio a metà giugno, hanno beccato in pieno le temperature anomale di giugno, e quindi hanno sofferto, presentando meno bacche, con la previsione di un calo del 15-20%”.

In generale una stagione non facile, per le condizioni climatiche atipiche, ma con due note positive: la qualità e i prezzi. “I pomodori che stiamo raccogliendo sono profumati e sodi al tatto – riferisce Giavoni -. I prezzi sono tornati quasi al livello di due anni fa, arrivando a quota 14,30 euro al quintale grazie al buon contratto portato a casa con l’industria. Contratto che, l’anno scorso, non era andato in porto. In questo momento il pomodoro è il migliore, come quotazione, tra i seminativi; di conseguenza molti stanno investendo nella coltura, confidando su buoni risultati, l’aumento dei costi di produzione tra energia, concimi, fitofarmaci e imballaggi riduce le marginalità. I quantitativi saranno probabilmente inferiori a quelli dell’anno scorso, ma se il meteo ci assiste in settembre, con la raccolta dei tardivi, potremmo fare un buon recupero”.

Secondo i numeri di Veneto Agricoltura la superficie coltivata a pomodoro da industria è aumentata, portandosi a oltre 1.800 ettari. Verona è la regina regionale con 1.150 ettari, seguita da Rovigo e Venezia. Quello del pomodoro è un settore che funziona, perché l’industria ha bisogno di prodotto per la trasformazione in conserve alimentari.

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