Maltempo nella parte Ovest del Padovano: mais distrutto, danni ingenti all’agricoltura

PADOVA – Un altro violento nubifragio ha colpito la provincia di Padova, aggravando la situazione già compromessa dalle forti piogge di venerdì 1 agosto.

Forti danni a vigneti e ortaggi, oltre a grano e soia. Distrutto letteralmente il mais ormai maturo.

“In pochi minuti, il cielo si è trasformato in una minaccia concreta e incontrollabile – dice Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. Nella giornata di venerdì, le zone più duramente colpite sono state quelle dell’Alta Padovana, in particolare i comuni di Gazzo, Grantorto, San Pietro in Gu e Piazzola sul Brenta. Una grandinata violenta, durata quasi venti minuti, ha letteralmente distrutto il mais ormai maturo, schiacciandolo al suolo. Forti danni si registrano anche per ortaggi e vigneti, in uno dei momenti più delicati della stagione produttiva. Oggi una nuova ondata di maltempo ha interessato la parte occidentale della provincia. Le campagne di Veggiano, Cervarese Santa Croce e Selvazzano Dentro sono state investite da grandinate intense e nubifragi localizzati che hanno aggravato ulteriormente il bilancio. Oltre ai gravi danni alle coltivazioni – mais, grano, soia, ortaggi e vigneti – si segnalano anche danneggiamenti ad automobili, serre e coperture, a testimonianza della forza distruttiva degli eventi atmosferici”.

La grandine non ha lasciato scampo: i chicchi, per dimensione e intensità, hanno travolto interi appezzamenti. “Alcuni agricoltori si sono ritrovati in pochi minuti con un anno di lavoro distrutto – riferisce Barbetta -. E ciò che è più grave è che questi fenomeni non sono più eccezioni, ma diventano sempre più frequenti. Ogni temporale è ormai una roulette russa per le nostre imprese. Non è solo una questione di eventi estremi, è un cambiamento strutturale che ci sta mettendo in ginocchio”.

Confagricoltura Padova ha già attivato la propria rete tecnica per raccogliere le segnalazioni e fornire assistenza alle aziende colpite. Le perdite si annunciano molto elevate, non solo per le colture compromesse, ma anche per i costi legati al ripristino delle infrastrutture, alla perdita di giornate lavorative e al rallentamento della raccolta.

Il presidente lancia quindi un appello alle istituzioni affinché vengano attivate con urgenza procedure straordinarie di sostegno alle imprese. “Servono interventi rapidi, flessibili e pensati per una realtà agricola che non è più quella di ieri – sottolinea –. Non possiamo più trattare questi eventi come semplici emergenze: serve una visione di lungo periodo. Le nostre campagne non possono essere lasciate sole di fronte a un clima che non perdona. Se vogliamo davvero difendere il patrimonio produttivo e ambientale della nostra provincia, dobbiamo mettere l’agricoltura al centro delle politiche di adattamento climatico”.

Barbetta punta il dito anche sull’insufficienza del sistema assicurativo agricolo. “Anche laddove l’agricoltore abbia sottoscritto una polizza, dobbiamo riconoscere che lo strumento, pur utile in teoria, spesso si rivela poco efficace nella realtà. Gli incentivi del costo delle polizze arrivano con tempi incompatibili con la gestione aziendale, talvolta anche dopo anni, quando i danni hanno già prodotto effetti irrimediabili e l’impresa potrebbe non esistere più. In ogni caso, nessuna polizza potrà mai risarcire lo sconforto di chi ha lavorato per mesi e si vede spazzare via tutto in pochi minuti. Questo colpisce nel profondo e disincentiva il fare impresa”.

Il presidente sottolinea con forza la necessità di invertire la rotta anche in ottica generazionale. “La nostra agricoltura ha un bisogno vitale di giovani, di energie fresche, di nuove idee. Ma quale giovane oggi potrebbe scegliere di investire in agricoltura, in un contesto dove l’incertezza climatica regna e le tutele sono deboli o tardive? Se non offriamo garanzie vere, strutturate e tempestive, rischiamo di spegnere ogni entusiasmo prima ancora che possa tradursi in iniziativa”.

A pesare ulteriormente è anche la gestione previsionale dei fondi della Politica Agricola Comune. “C’è un crescente malumore – conclude Barbetta – per l’impostazione del fondo unico della nuova Pac, che continua a non distinguere tra le esigenze strutturali e le emergenze legate al cambiamento climatico. Invece di disperdere le risorse in un contenitore generalista, servirebbe un fondo dedicato esclusivamente alla gestione del rischio climatico, capace di sostenere un sistema assicurativo moderno, efficiente e realmente vicino alle imprese. L’agricoltura non può più aspettare”.

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