Ricambio generazionale in agricoltura. Serpillo (UCI):“Senza terra né credito resta solo una promessa

Mario Serpillo

ROMA – “Parliamo tanto di sostenibilità e futuro dell’agricoltura, ma ignoriamo le condizioni minime per permettere ai giovani di restare in campo. Senza accesso alla terra e al credito, l’agricoltura italiana si spegne lentamente e in silenzio. È tempo di smettere con le dichiarazioni di principio e iniziare a mettere davvero al centro chi vuole investire nel settore agricolo con visione e coraggio”.

Così Mario Serpillo, presidente dell’UCI – Unione Coltivatori Italiani, lancia un accorato appello al Governo e alle Istituzioni europee, esortandoli ad adottare misure concrete e immediate per sostenere il ricambio generazionale in agricoltura.

Secondo i dati contenuti nel Rapporto Giovani 2024 del Centro Studi Divulga, in Italia solo il 9,8% delle aziende agricole è gestito da under 40, a fronte di una media europea pari all’11,9%. Una forbice che rischia di allargarsi ulteriormente, se non si affrontano in modo strutturale le cause che tengono lontane le nuove generazioni dal settore agricolo. Eppure, proprio i giovani agricoltori italiani mostrano il più alto potenziale: la loro produttività media per ettaro è quasi il doppio di quella dei colleghi europei, con 4.296 euro contro una media UE di circa 2.200 euro.

Chi vuole avviare un’attività agricola oggi si scontra con prezzi dei terreni insostenibili – in Italia la terra costa fino a sei volte più che in altri Paesi europei – e con una disponibilità sempre più limitata, soprattutto nelle aree dove esiste già una domanda elevata o dove la proprietà fondiaria è inaccessibile. A questa difficoltà si aggiunge l’impossibilità di accedere al credito: secondo i dati del Parlamento Europeo, un giovane agricoltore ha fino a tre volte più probabilità di vedersi negare un prestito rispetto a un collega più anziano, pur presentando progetti solidi e coerenti con gli obiettivi di sostenibilità e innovazione promossi dall’Unione.

“Nonostante la produttività, l’orientamento all’innovazione e l’alto livello formativo, i giovani sono lasciati soli. I fondi pubblici esistono, ma restano lontani: lo dimostra il caso del programma Generazione Terra, che prevede aiuti e mutui fino a 1,5 milioni di euro ma impone iter così complessi da escludere la maggior parte dei potenziali beneficiari”, commenta Serpillo. “Il risultato è che centinaia di progetti validi si arenano prima ancora di iniziare”.

A complicare ulteriormente il quadro è la frammentazione normativa tra livello nazionale e comunitario. Le misure previste dalla PAC 2023-2027 – che ha stanziato 680 milioni per i giovani nei bandi per il primo insediamento – non dialogano in modo efficace con le normative fiscali, catastali e previdenziali italiane, rendendo l’accesso ai fondi un percorso ad ostacoli.

“Serve un intervento strutturale, basta con le misure spot”, dichiara Serpillo. “Non è più il tempo di bandi isolati o agevolazioni parziali. Occorre un piano strategico nazionale che metta insieme accesso alla terra, credito garantito, semplificazione amministrativa e politiche fiscali coordinate. E serve ora, perché tra dieci anni sarà troppo tardi”.

Nel silenzio generale, la crisi del ricambio generazionale rischia di diventare la prima causa di abbandono agricolo nei prossimi decenni. Non perché manchi la volontà da parte dei giovani, ma perché mancano gli strumenti per farla diventare impresa.

Il presidente dell’UCI, Mario Serpillo conclude affermando: “Questa battaglia non è solo economica ma è anche culturale. Dobbiamo scegliere se continuare ipocritamente ad enfatizzare l’agricoltura come un patrimonio o se trattarla davvero come tale.  Se crediamo che sia strategica, allora questo è il momento di dimostrarlo e di agire di conseguenza”.

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