ROMA – “La zootecnia italiana sta affrontando una delle fasi più critiche degli ultimi anni. Blue Tongue, dermatite nodulare bovina ed emergenze sanitarie sempre più frequenti stanno mettendo in seria difficoltà allevamenti e territori. Di fronte a perdite così gravi, gli interventi messi in campo dalle Regioni rappresentano un segnale importante, ma non bastano. Servono risorse adeguate, procedure rapide e una regia nazionale che sostenga davvero chi produce.”
Lo dichiara Mario Serpillo, presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI), commentando le ultime misure straordinarie e i dati sulla sicurezza alimentare.
Nel Lazio è stato pubblicato un bando straordinario da 300.000 euro a favore degli allevatori ovicaprini colpiti dal Blue Tongue Virus. “Un passo positivo – osserva Serpillo – ma la dotazione iniziale è insufficiente rispetto al valore del comparto, che muove centinaia di milioni e garantisce reddito a migliaia di famiglie. È indispensabile che gli indennizzi siano adeguati e tempestivi, perché ogni ritardo può compromettere la sopravvivenza delle aziende.”
In Emilia-Romagna, il piano di vaccinazione coordinato da Araer rappresenta un modello di intervento. “La prevenzione – spiega Serpillo – non può essere considerata un costo a carico delle imprese, ma un investimento strategico per l’intero Paese. Vaccinare significa salvaguardare gli animali, mantenere la competitività delle aziende e tutelare i mercati”.
In Sardegna, la dermatite nodulare bovina mostra una frenata grazie alla campagna vaccinale che ha già interessato oltre 114.000 capi. “Un risultato incoraggiante – sottolinea Serpillo – ma che ci ricorda quanto sia fondamentale la collaborazione tra allevatori, servizi veterinari e istituzioni. Il comparto bovino sardo da solo vale più di un miliardo di euro: proteggere questo patrimonio è una priorità nazionale”.
Sul fronte sicurezza alimentare, Serpillo richiama i dati del Ministero della Salute: “L’Italia si conferma tra i Paesi più sicuri d’Europa, con meno dello 0,14% di non conformità nei controlli. È il segno di un sistema che funziona, frutto del lavoro quotidiano di veterinari e istituti zooprofilattici. Ma proprio per questo dobbiamo rafforzare la rete di prevenzione e vigilanza, garantendo risorse e strumenti adeguati”.
I gravi episodi di frode e dolo, come quelli emersi attraverso l’operazione condotta dai Carabinieri del Reparto Operativo per la Tutela Agroalimentare di Roma, che ha portato al sequestro di circa 2.000 chili di carne ovina proveniente dall’Est Europa spacciata per italiana e in alcuni casi persino etichettata come “abbacchio romano IGP”, confermano l’urgenza di un intervento strutturale.
“Questi fatti – commenta Serpillo – sono una doppia ferita: da un lato colpiscono i consumatori, minacciando la loro fiducia e la loro salute; dall’altro tradiscono il lavoro onesto degli allevatori italiani, che rispettano le regole e producono qualità. È intollerabile che frodi di questo tipo possano mettere in ginocchio la credibilità delle nostre filiere.”
Il presidente, concludendo con una riflessione più ampia, avanza una precisa richiesta: “Chiediamo un piano nazionale che tenga insieme due pilastri fondamentali: la biosicurezza e la promozione della nostra filiera zootecnica. E qui voglio essere chiaro: promuovere la filiera non significa soltanto puntare sull’export e sul Made in Italy, ma significa prendersi cura e dare supporto concreto sia agli allevatori sia ai consumatori. Gli allevatori vanno sostenuti nei momenti di difficoltà, e i consumatori devono poter contare su prodotti sicuri, di qualità e accessibili. Solo così rafforziamo la competitività internazionale e, allo stesso tempo, difendiamo il legame tra agricoltura, comunità locali e cittadini. Non è solo economia: è una questione di sovranità alimentare e di futuro per l’Italia.”