SASSARI – Il conduttore di un terreno dove si trovano impianti e infrastrutture di un Consorzio di Bonifica deve sempre permettere l’accesso al fondo agli addetti alla manutenzione.
Soprattutto in caso di un’emergenza, come quella che si è verificata lo scorso luglio in Sardegna, all’interno di uno dei comprensori amministrati dal Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna. È di pochi giorni fa infatti una sentenza del Tribunale di Sassari, destinata a fare scuola, che ha riconosciuto piena legittimità all’ente con sede a Chilivani e ha condannato i resistenti al pagamento delle spese.
Una rottura verificatasi lungo una condotta irrigua consortile aveva provocato l’interruzione dell’erogazione dell’acqua a decine di aziende agricole del comprensorio. I tecnici del Consorzio, chiamati ad intervenire con urgenza per la riparazione, si erano però trovati di fronte ad ostacoli e resistenze da parte del conduttore del terreno che aveva più volte impedito l’accesso all’area interessata dal guasto sia ai tecnici dell’Ente che all’Impresa
addetta alle manutenzioni.
La vicenda è quindi approdata in Tribunale di Sassari che con ordinanza del 24 agosto 2025 ha riconosciuto la piena legittimità dell’operato del Consorzio di Bonifica.
“E’ raro e quanto mai improbabile che i tecnici e le imprese che eseguono la manutenzione si trovino sbarrati gli accessi ai fondi in caso di guasti – spiega Toni Stangoni, presidente del Consorzio -. La collaborazione è infatti sempre massima, perché i consorziati sono loro stessi consapevoli che si tratta di una rete irrigua estesa, che si estende per chilometri attraversando diverse proprietà. Ma il caso che si è verificato a luglio va in direzione opposta a questo fondamentale spirito di collaborazione alla base del funzionamento di un consorzio”.
La decisione del giudice ha confermato non solo il diritto, ma anche il dovere del Consorzio di accedere ai fondi attraversati dalle condotte per eseguire le manutenzioni necessarie, indipendentemente dalla presenza di piantumazioni o manufatti che possano ostacolarne l’attività.
“Con questo pronunciamento – spiega il direttore generale del Consorzio di Bonifica, Giuseppe Bellu – il Tribunale ha fissato un precedente giurisprudenziale di grande valore per tutti i Consorzi di Bonifica, riaffermando il principio che la gestione e la salvaguardia del servizio irriguo, bene primario per l’agricoltura, non possono essere ostacolate da iniziative individuali”.
L’ordinanza – che ha confermato le ragioni dell’Ente e disposto anche la condanna dei resistenti alle spese di lite – rappresenta una vittoria significativa per il Consorzio e un segnale chiaro a tutela di tutte le aziende agricole che, soprattutto nei mesi estivi, dipendono dall’acqua per garantire la sopravvivenza delle colture.
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