ROMA – I commenti di Assoenologi, ISMEA, Unione italiana vini, Comité Européen des Entreprises Vins e Agenzia ICE sulla vendemmia 2025.
I dati sono stati presentati oggi a Roma Vino. Vendemmia Italia 2025 di qualità: produzione in aumento (+8%) per 47,4 milioni di ettolitri. Solo la Toscana in calo
Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: “Fino a una ventina di giorni fa la situazione appariva nel complesso equilibrata, con il centro-nord che registrava una progressione regolare della maturazione delle uve, favorita da un clima bilanciato tra sole e piovosità. Successivamente, però, le piogge eccessive hanno determinato criticità in diverse aree, mentre il sud del Paese – comprese le isole – ha dovuto fare i conti con la siccità e con una preoccupante carenza di precipitazioni. Da questa anteprima della vendemmia emerge tuttavia un dato incoraggiante: la qualità delle uve si preannuncia molto buona, in alcune zone addirittura eccellente. È un aspetto fondamentale, perché in un momento complesso come quello che stiamo vivendo, la qualità dei vini diventa un elemento decisivo anche sui mercati e richiede un’attenzione ancora maggiore nella loro preparazione. In questo scenario contraddittorio e imprevedibile, ancora una volta il ruolo degli enologi si conferma centrale: la loro scienza, esperienza e conoscenza sono strumenti indispensabili per affrontare al meglio i cambiamenti climatici e per garantire una conduzione più lineare e sicura dei vigneti e delle cantine. È grazie al lavoro quotidiano degli enologi che il settore vitivinicolo può rispondere con competenza a un clima sempre più incerto”.
Per il direttore generale di ISMEA, Sergio Marchi: “La vendemmia 2025 registra risultati ampiamente positivi sia in termini di quantità che di qualità, con un andamento confermato anche dalle stime regionali e da una crescita particolarmente significativa nel Mezzogiorno, dove si registrano aumenti a doppia cifra; questi traguardi sono il risultato di condizioni meteorologiche favorevoli, con una primavera mite e caratterizzata da un equilibrio ottimale di precipitazioni e un’estate complessivamente non eccessivamente calda, unite a un solido quadro di sostegno istituzionale. Un ruolo determinante è stato svolto dalle politiche del Governo Meloni, dal Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e dal Ministro Francesco Lollobrigida, che hanno sostenuto con convinzione il settore vitivinicolo attraverso ingenti investimenti in promozione e importanti stanziamenti sui contratti di filiera, di cui Ismea è soggetto attuatore”.
Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: “Brindiamo a un’annata qualitativamente eccellente, ma non per le quantità. Alle attuali condizioni di mercato, sarà difficile garantire la giusta remunerazione alla filiera con una vendemmia da 47,4 milioni di ettolitri a cui si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina. Ci troviamo a fare i conti con difficoltà che non riguardano solo l’Italia, ma tutti i Paesi produttori. La qualità del nostro vino è indiscussa, ma anche il buono, se è troppo, fa perdere valore al comparto. In questo momento storico proponiamo di rivedere gli schemi produttivi, a partire dall’impianto legislativo del Testo Unico, con l’obiettivo di attivare un sistema a fisarmonica del nostro potenziale, che sia in grado di aprirsi o comprimersi a seconda delle dinamiche di mercato. Proprio sul trade si gioca la partita decisiva, che auspichiamo possa passare da una campagna di promozione straordinaria, a regia pubblico-privata, negli Usa e sui mercati più promettenti”.
Per Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV), l’associazione che rappresenta le aziende vinicole europee nell’industria e nel commercio di vino: “A livello UE, si prevede che la vendemmia 2025 sarà lievissimamente più abbondante rispetto al 2024. Mentre la Spagna si trova ad affrontare un raccolto più leggero a causa di eventi climatici, ciò sarà compensato dai raccolti in aumento in Italia ed in Francia, nonostante l’estirpazione in alcune regioni francese. Quest’anno, tuttavia, le preoccupazioni non sono state guidate solo dalle previsioni meteorologiche. La politica commerciale, e in particolare le recenti notizie sulle tariffe statunitensi, è diventata una questione centrale per la sostenibilità a lungo termine del settore. Ci troviamo a guardare sia il cielo che le notizie TV”.
In merito alla situazione di mercato, è intervenuto anche il presidente di Agenzia ICЕ, Matteo Zoppas: “Il vino italiano sta affrontando una fase complessa che vede una vendemmia positiva ma con mercato saturo e dazi USA penalizzanti, seppure alla tariffa base del 15%. Nonostante un calo del 4% nei volumi di export nei primi cinque mesi del 2025 il valore si mantiene stabile a 3,2 MLD sullo stesso periodo dello scorso anno. Il mercato americano si conferma strategico e anche se nel periodo gennaio-maggio di quest’anno appare una crescita del 5,79% non bisogna pensare che questo trend possa durare, figlio di logiche di stoccaggio che sta vedendo un sell out sul mercato che non dà per nulla conforto. In questo contesto, ICE Agenzia rafforza il suo ruolo a supporto del Made in Italy sostenendo le imprese italiane con strategie diversificate. Tra queste l’organizzazione di Vinitaly USA Chicago e Simply Italia a Miami e Dallas; la promozione di alleanze con partner statunitensi (importatori, distributori, ristoratori) per iniziative congiunte di sensibilizzazione contro i dazi; l’apertura di nuove traiettorie di internazionalizzazione accelerando la diversificazione verso nuovi mercati. Nel primo semestre 2025 abbiamo già realizzato 20 iniziative promozionali dedicate al vino, che hanno coinvolto oltre 240 aziende del settore e 440 operatori, e altre 35 sono in valutazione. La qualità del vino italiano e il nostro impegno nel percorso di education&tasting ci permetteranno di superare anche questa fase di mercato saturo, consolidando la leadership internazionale del settore”.