FederBio: il Marchio del Biologico italiano unisce identità e sostenibilità e spinge la crescita del settore

BOLOGNA  – In occasione della Giornata europea del Biologico, oltre al tradizionale rapporto Ismea che conferma come anche nel 2024 il biologico abbia mantenuto una tendenza positiva, è stato presentato il Marchio del Biologico italiano, presidio di riconoscibilità per favorire la comunicazione verso i cittadini e rafforzare il posizionamento delle produzioni italiane sia sul mercato interno che su quello internazionale.

Istituito dalla Legge 23/2022 e selezionato attraverso un concorso pubblico di idee promosso dal MASAF, il nuovo logo punta a valorizzare l’origine italiana dei prodotti biologici.

“Il Marchio del Biologico italiano rappresenta un’opportunità per lo sviluppo del nostro settore, uno strumento concreto che permette di identificare immediatamente i prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate esclusivamente in Italia – commenta Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio – Non è solo un elemento distintivo, ma un vero e proprio valore aggiunto per rafforzare il ruolo dei produttori agricoli puntando al giusto prezzo,  tutelare la filiera nazionale e premiare chi investe nella qualità italiana. In un mercato globale dove la trasparenza diventa sempre più importante, questo marchio consente di distinguerci, costruendo fiducia e tracciabilità, sostenendo i nostri produttori e garantendo ai cittadini la massima riconoscibilità del biologico nazionale. Inoltre, valorizza l’identità e il legame con il territorio e unisce le nostre tradizioni agricole con la sostenibilità del metodo biologico, diventando un elemento cruciale per fare dell’agroecologia il paradigma di riferimento del sistema agroalimentare”.

Per quanto riguarda le anticipazioni dei dati “Bio in cifre 2025”, a cura di ISMEA per il MASAF, presentate al convegno che celebra la Giornata Europea del Biologico, si conferma un incremento leggero ma costante sia delle superfici coltivate a biologico sia del numero di operatori certificati.

Per FederBio si tratta di un andamento che, pur in uno scenario complesso, attesta come il biologico italiano si stia consolidando quale fattore determinante per il rilancio dell’intero sistema agroalimentare nazionale.

Le superfici agricole coltivate con metodo biologico in Italia hanno superato i 2,5 milioni di ettari, con un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente, portando il bio a oltre il 20% della SAU nazionale: una quota tra le più elevate in Europa, che avvicina l’Italia all’obiettivo di raggiungere il 25% entro il 2027 previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC.

Segno positivo anche per gli operatori biologici, che raggiungono quota 97.170 (+2,9% rispetto al 2023), di cui oltre 87.000 rappresentato da aziende agricole bio (+3,4%). 

“In un momento di grande incertezza ambientale, climatica, sociale e politica, è decisamente significativo che il biologico, prosegua il proprio trend di crescita – continua la presidente di FederBio -. Il nostro Paese si mantiene tra i leader europei, conservando il primato per incidenza delle superfici coltivate a biologico – pari a circa il doppio della media UE – e per numero di operatori lungo l’intera filiera.

Appare sempre più chiaro come il biologico rappresenti una leva decisiva per il rilancio dell’agroalimentare italiano, grazie anche alla sua capacità di unire qualità e sostenibilità, rispondendo così alla crescente domanda globale di alimenti sani fondati su una filiera equa e rispettosa dell’ambiente. Tuttavia, non vanno sottovalutate le criticità della fase attuale, ma affrontate con decisione per garantire che il biologico resti un fattore strategico di valorizzazione per le aree interne e per le piccole e medie aziende agricole”.

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