CASTELLO D’AGOGNA (PAVIA) – Nel pomeriggio di ieri, solo quando il frutto del taglio del primo riso ottenuto con le tecniche Tea è stato messo in sicurezza, l’ente nazionale risi si è deciso a diffondere la notizia.
L’anno scorso, infatti, il campo sperimentale era stato distrutto da un’azione vandalica che però non aveva raso al suolo tutte le piante (leggi).
Con le granelle salvate è stato così possibile realizzare il secondo anno della sperimentazione: “E’ un primo passo ma siamo soddisfatti perché possiamo dire che questo raccolto potrebbe essere pioniere del miglioramento genetico per tipologie di riso di nicchia come il carnaroli”, spiega il responsabile del settore miglioramento genetico del Centro Ricerche sul Riso, Filip Haxhari.
La sperimentazione si è svolta nei campi di Castello d’Agogna (Pavia) sotto il controllo dei tecnici del Centro Ricerche sul Riso dell’Ente Nazionale e del gruppo dell’università di Milano guidato da Vittoria Brambilla e Fabio Fornara.
L’obiettivo della sperimentazione in campo di piante migliorate con le tecniche di evoluzione assistita (Tea) è di ottenere un riso meno suscettibile al brusone, il fungo che spesso ostacola la crescita del riso fino ad arrivare a compromettere la sua coltivazione. Quest’anno la sperimentazione è avvenuta in tre aree protette da reti antigrandine e videosorvegliate di 28 metri e il raccolto sarà lavorato e preparato per la nuova semina che nel 2026 sarà effettuata su alcune centinaia di metri di campo libero.
SODDISFATTI DEL RACCOLTO
Ancora Haxhari: “Siamo soddisfatti del raccolto. Le Tea sono completamente diverse dagli Ogm perché migliorano senza sconvolgere il patrimonio genetico e dimezzano i tempi dell’ottenimento di una pianta di riso migliorata-editata in modo da renderla resistente nei confronti del brusone ma anche meno bisognosa di fitofarmaci o di acqua o di fertilizzanti”.
Le Tea, infatti, sono un insieme di tecniche della biologia molecolare che permettono di modificare parte del genoma della pianta in modo mirato, efficiente e rapido, senza la necessità di ricorrere all’inserimento di DNA estraneo.
“Siamo convinti che sia anche attraverso queste evoluzioni che la coltivazione del riso potrà continuare ad essere un’eccellenza”, spiega la presidente dell’Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba. Dal suo punto di vista le “Tea renderanno più facile la vita ai risicoltori perché permetteranno di combattere il brusone contro cui è sempre più difficile adottare contromisure efficaci attraverso il breeding tradizionale”.
Le prove di produzione saranno effettuate fra due anni. Intanto, però, secondo i vertici del centro di ricerca “la sperimentazione ha favorevolmente impressionato anche i membri della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo che, nel corso della visita al centro che si è svolta a metà settembre, ha visitato il Centro Ricerche dell’Ente Nazionale Risi a metà settembre hanno potuto toccare con mano come, grazie alle Tea, sia possibile ottenere modifiche totalmente identiche a mutazioni spontanee o ottenute mediante il miglioramento genetico classico”.