ROMA – “Stiamo assistendo ad una vera e propria “tempesta in un bicchiere d’acqua” sul tema del verde urbano della Capitale e sulla sua gestione”. E’ quanto dichiara Flavio Pezzoli, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Roma.
“Tra disinformazione, strumentalizzazioni e anche poca conoscenza della materia – prosegue Pezzoli – si rischia di generare inutili allarmismi e soprattutto si mettono in moto meccanismi di poca tolleranza e di confusione. Per questo come agronomi vogliamo chiarire alcuni dati sulla nostra città, Roma”.
“Le aree verdi di Roma Capitale – spiega Pezzoli – risultano costituite da 47.278.404 mq di verde urbano e da 415.000.000 mq di Aree naturali e i parchi agricoli. Nel complesso le aree verdi si estendono per 462.278.404 mq, e costituiscono il 35,9% dell’intera superficie comunale fermo restando che il Comune di Roma Capitale è paragonabile per estensione a 15 città d’Italia”.
“Secondo l’aggiornamento del 2022, nel censimento, nelle more di futuri aggiornamenti – continua Pezzoli – in corso con l’informatizzazione dello stesso censimento, circa 126.000 alberi sono in viali o aiuole stradali, circa 180.000 alberi in parchi e circa 14.000 nelle pertinenze degli istituti scolastici, distribuiti nell’ambito dei 15 municipi con concentrazioni differenti Si pensi che rispetto a queste cifre gli alberi crollati sono lo 0,18% del totale”.
“Si comprende bene da questo ultimo dato – sottolinea Pezzoli – quanto abbiano fatto una comunicazione erronea e strumentale e di come si è diffusa la faknes che a raoma muoiono tutti gli alberi e quelli che rimangono vengono tagliati. Ma non è così. La nostra vuole essere non una difesa d’ufficio delle autorità capitoline, ma un doveroso chiarimento su una vicenda che per alcuni aspetti sta assumendo una piega veramente grottesca”.
“Altro tema su cui desideriamo offrire un chiarimento – conclude Pezzoli – è che per dare un parere valido e professionale sullo stato di una pianta non ci si può rivolgere a figure professionali non abilitate o improvvisate. In questo ambito sono i Dottori Agronomi e Dottori Forestali ad avere i titoli per potere svolgere questo come altri compiti. A ognuno il suo, soprattutto se in ballo ci sono i beni pubblici”.