PAC. EFFAT: La nuova proposta di riforma nasconde minacce pericolose per i lavoratori agricoli

BRUXELLES –  La nuova proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) post-2027 è debole in termini di bilancio e di obiettivi e non riesce a rendere il settore agricolo più attraente, in particolare per le nuove generazioni.

Il rebranding della “condizionalità” in “gestione agricola” non introduce nuove tutele per i lavoratori. L’EFFAT si rammarica profondamente della mancanza di ambizione nel migliorare gli standard di lavoro nell’agricoltura europea.

La Condizionalità Sociale rimane, ma con preoccupanti Lacune

Grazie all’impegno dell’EFFAT nel contrastare la deregolamentazione, la struttura generale della condizionalità sociale rimane invariata. Tuttavia, l’EFFAT deplora la mancanza di miglioramenti in termini della sua portata e applicazione. Non ci sono incentivi legati alla creazione di posti di lavoro di qualità o per premiare performance sociali. I pagamenti basati sugli ettari rimangono il criterio principale, ignorando la qualità e la quantità dell’occupazione e, in ultima analisi, il lavoro umano che è alla base della produzione agricola.

Un pericoloso Indebolimento di sanzioni e controlli

L’EFFAT esprime forte preoccupazione per l’Articolo 62 della proposta di Regolamento per l’istituzione del Fondo europeo per la prosperità e la sicurezza sostenibili a livello economico, territoriale, sociale, rurale e marittimo, che introduce due gravi minacce:
1.     Esenzione per le Aziende Agricole fino ai 10 ettari
Una deroga per le aziende agricole con una estensione inferiore ai 10 ettari esenterebbe oltre il 70% dei beneficiari da controlli e sanzioni. Questa misura limiterebbe, di fatto, l’applicazione della condizionalità sociale solo al 30% delle aziende. La protezione dei lavoratori non deve dipendere dalla dimensione dell’azienda. Escludere le piccole aziende agricole significa trasmette un messaggio dannoso: le violazioni dei diritti dei lavoratori sono accettabili se le aziende agricole sono piccole.
2.     Relazione poco chiara tra l’applicazione della condizionalità sociale e le norme nazionali sul lavoro
La proposta sembra consentire riduzioni delle sanzioni relative alla condizionalità sociale in caso di applicazione di sanzioni nazionali in materia di lavoro. Ciò comprometterebbe l’integrità del sistema perché, a livello nazionale, la sanzione è la conseguenza legale della violazione delle leggi sul lavoro mentre la condizionalità sociale della PAC garantisce che il denaro dei contribuenti europei venga destinato esclusivamente ai beneficiari che rispettano tali leggi.
“Occorre un chiarimento urgente sulla distinzione dei ruoli di queste diverse sanzioni, al fine di garantire che ciascun meccanismo funzioni efficacemente senza indebolire l’altro poiché operano in ambiti diversi: uno fa rispettare il diritto del lavoro, l’altro protegge la credibilità e l’equità della spesa pubblica” afferma Ivan Ivanov, segretario politico EFFAT agricoltura.

I rischi legati alla creazione di un Fondo unico

L’EFFAT è, infine preoccupata per la creazione di un Fondo unico per la PAC e la coesione. Questo scenario rischia di diluire le priorità agricole e del lavoro, aumentando la frammentazione e la rinazionalizzazione, nonché la competizione su finanziamenti limitati. L’EFFAT esprime la sua contrarietà per il taglio del bilancio della PAC da 386,6 a 300 miliardi di euro (-22%), soprattutto perché questo avviene parallelamente a un forte aumento della spesa militare, denotando così un preoccupante allontanamento dalle priorità sociali e agricole nell’UE.
“Le priorità del lavoro agricolo devono essere tutelate attraverso finanziamenti dedicati e strumenti politici distinti. Riunirle in un Fondo unico rischia di diluirne l’importanza, lasciando il destino della loro applicazione alla discrezione degli Stati membri e alla loro volontà, o non volontà, di tutelare i diritti dei lavoratori e di sostenere un autentico progresso sociale e di inclusione” dichiara Fabrizio De Pascale, Presidente del settore Agricoltura dell’EFFAT.

L’EFFAT continuerà a battersi per una PAC più sociale

“La lotta è tutt’altro che finita. Il Segretariato dell’Effat, insieme ai nostri affiliati, collaborerà attivamente con il Parlamento europeo e il Consiglio durante tutto il processo legislativo per garantire che i diritti dei lavoratori non vengano messi da parte e che le nostre richieste siano soddisfatte. La PAC deve evolversi in uno strumento politico che promuova un lavoro dignitoso, una retribuzione equa e condizioni di sicurezza per tutti i lavoratori agricoli” afferma Enrico Somaglia, Segretario Generale dell’EFFAT.
Informazione pubblicitaria