FIRENZE – Il Consorzio Vino Chianti presenta le previsioni per la vendemmia 2025.
Le stime parlano di una riduzione produttiva compresa tra il 10 e il 15% rispetto allo scorso anno, che tuttavia si accompagna a un dato positivo: la produzione complessiva si mantiene superiore alla media degli ultimi cinque anni (+2,93%). La qualità delle uve è giudicata buona, con livelli zuccherini più alti rispetto al 2024.
Le prime raccolte, iniziate a metà agosto con le uve precoci destinate alle basi spumante, hanno mostrato un equilibrio positivo tra zuccheri e acidità. Entro il 10 settembre sarà completato circa il 15-20% della vendemmia, che entrerà nel vivo nei primi giorni di settembre per le varietà bianche e da metà mese per le rosse.
Per la Toscana la produzione stimata è di circa 2,4 milioni di ettolitri di vino, in calo rispetto ai 2,7 milioni del 2024 ma comunque in linea con le prospettive di medio periodo. A crescere è invece la quota di vino biologico, che rappresenta ormai il 13-15% del totale regionale, con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno.
Il quadro fitosanitario si presenta complessivamente positivo: le piogge primaverili hanno favorito sporadici attacchi di peronospora e oidio, contenuti con gli interventi tempestivi dei viticoltori. Le perdite si stimano intorno all’1-2% e non compromettono l’andamento generale. In alcune aree si sono registrate grandinate limitate, senza conseguenze rilevanti.
Rilevante anche il dato delle giacenze, oggi superiori rispetto allo scorso anno, frutto di una riduzione delle vendite: un elemento che rende ancora più centrale il lavoro di valorizzazione e posizionamento del vino Chianti sui mercati.
“La vendemmia di quest’anno – dichiara Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – si inserisce in un contesto complesso, segnato dai cambiamenti climatici e dalle incertezze del mercato. I volumi saranno più contenuti, ma la qualità ci consente di guardare con fiducia al futuro. La riduzione produttiva che stimiamo per quest’anno è il risultato di un percorso strategico che il Consorzio del Chianti ha definito in occasione dell’Assemblea di giugno. Non è un fatto contingente, ma una scelta precisa, condivisa con i nostri produttori, per garantire maggiore qualità e dare più forza al Chianti sui mercati. Il Chianti non è solo una denominazione, è un pilastro dell’economia agricola toscana e il simbolo di un territorio che nel mondo è sinonimo di eccellenza. Il nostro compito come Consorzio è tutelare il lavoro dei viticoltori, sostenere la competitività delle aziende e consolidare la reputazione internazionale del Chianti. Solo così possiamo garantire un futuro solido e riconoscibile alla nostra denominazione”.
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