TRENTO – È tempo di vendemmia per Cavit: il consorzio trentino coordina in questi giorni la raccolta delle uve di migliaia di viticoltori associati.
In un territorio caratterizzato da proprietà agricole di dimensioni contenute – con una media di 1,2 ettari per viticoltore – la cooperazione è la chiave per valorizzare al meglio ogni zona e ogni vigneto.
11 cantine sociali, oltre 5.250 viticoltori, 6.350 ettari vitati che insieme compongono oltre il 60% della superficie vitata della provincia di Trento. Un sistema integrato che trasforma la ricchezza territoriale del Trentino in un patrimonio collettivo, capace di offrire più varietà, più opportunità, più resilienza. Questo modello consente al consorzio Cavit di coordinare un territorio complesso come quello trentino, valorizzandone le differenze attraverso competenze e risorse condivise.
“La vendemmia rappresenta ogni anno la conferma della validità del nostro modello”, spiega Lorenzo Libera, Presidente di Cavit. “Migliaia di viticoltori che – coordinati attraverso il sistema cooperativo – curano con dedizione i propri appezzamenti, generano un valore che va oltre la semplice somma delle parti. È così che riusciamo a offrire, in ogni fascia di prezzo, vini che superano le aspettative del consumatore”.
La vendemmia che genera qualità per tutti
Ogni anno, tra agosto e ottobre, le uve raccolte da migliaia di soci arrivano nei centri di vinificazione delle cantine associate, che conferiscono poi il vino a Cavit per le successive lavorazioni fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione. È un processo coordinato e preciso, che richiede organizzazione e collaborazione.
Nei momenti di picco, la vendemmia si svolge in tutta la provincia, con la raccolta manuale effettuata secondo la tradizione trentina. Questo approccio consente la cernita diretta delle uve in vigna, con la possibilità di escludere quelle acerbe o compromesse e di selezionare di volta in volta solo i grappoli al giusto grado di maturazione. Una precisione impossibile da ottenere con sistemi meccanizzati e che garantisce una qualità superiore sin dall’inizio del processo.
La vendemmia e le caratteristiche delle uve richiedono un presidio tecnico costante, come spiega Andrea Faustini, Responsabile del team agronomico ed enologico di Cavit: “Quest’annata ha richiesto un monitoraggio ancora più attento, con un decorso stagionale complessivamente favorevole nelle prime fasi che ha permesso un buon accumulo di pigmenti coloranti e profumi nelle bucce. Tuttavia, le annate critiche sono sempre più frequenti e i cambiamenti climatici rendono sempre più necessaria la precisione in ogni fase: dalla gestione in vigna fino alla scelta del momento esatto per la raccolta. È questa attenzione costante, unita alla solidità del nostro sistema cooperativo, che ci permette di garantire vini coerenti e rappresentativi del territorio anche nelle annate più complesse”.
E proprio durante la vendemmia si conferma la solidità di un modello che funziona da decenni, capace di unire sostenibilità sociale, ambientale ed economica in un settore in continua evoluzione: la cura artigianale di migliaia di piccoli viticoltori si trasforma in un valore unico, capace di garantire un rapporto qualità-prezzo che sorprende positivamente in ogni fascia di mercato.
Un modello che genera valore in ogni segmento
Il sistema Cavit consente di sviluppare linee di prodotto specifiche per canali diversi – dalla GDO all’Horeca, fino al segmento premium – mantenendo standard qualitativi elevati e costanti.
Un equilibrio reso possibile dal coordinamento di migliaia di piccole realtà viticole in un’unica visione strategica.
“Il nostro approccio ci permette di valorizzare le specificità di ogni appezzamento, dai vigneti in fondovalle alle colline, applicando tecniche agronomiche mirate. In alcune aree, quest’anno la vendemmia ha richiesto decisioni immediate e tempistiche accelerate, per portare in cantina uve di qualità, mantenendo l’obiettivo di offrire sempre il meglio in ogni categoria” – prosegue Faustini.
“Ogni vendemmia ci ricorda perché abbiamo scelto questa strada”, conclude il Presidente Cavit. “La cooperazione non è solo il nostro modo di organizzarci, ma la nostra risposta concreta alle sfide del mercato: garantire qualità distinguibile, concreta e accessibile, valorizzando ogni territorio e ogni viticoltore che fa parte del nostro sistema”.