ALESSANDRIA – Cia Alessandria-Asti e Confagricoltura Alessandria lanciano l’allarme sulla situazione economica che investe i principali comparti produttivi della provincia di Alessandria, con prezzi che non coprono i costi di produzione sostenuti. In particolare, lo stato di crisi riguarda i cereali, le uve e le nocciole.
Per i cereali, l’annata 2025 è stata buona per qualità e quantità, ma l’aumento di pochi euro nel corso degli anni non pareggia l’equilibrio con i costi di produzione. Nel dettaglio, secondo i dati della Camera di Commercio di Alessandria-Asti (listino 22/9/2025, ultima seduta della Commissione Prezzi), la rilevazione per il frumento tenero biscottiero è di 205 euro/tonnellata; nel marzo 2024 la rilevazione (minima/massima) è stata 194-197 euro/tonnellata; nel 2023 è stata 193-198 euro/tonnellata. Ma, secondo le stime di Cia Alessandria-Asti, sotto i 250 euro/tonnellata non è economicamente redditizio produrre.
Analogamente, il mais (nazionale ibrido) nell’ottobre 2023 era rilevato a 200 euro/tonnellata, nel 2024 con una forbice di 189-192 euro/tonnellata (dati Camera di Commercio Alessandria-Asti) e in queste settimane (indice della Granaria di Milano) 230 euro/tonnellata. La stima per la redditività minima, secondo Cia Alessandria-Asti, è qui di 260 euro/tonnellata, tenendo conto anche dei costi di irrigazione.
Passando poi al riso, negli scorsi mesi, ha preoccupato i produttori tanto che Cia e Confagricoltura, in modo congiunto, avevano invitato i soci a non svendere il risone all’industria, a prezzi troppo bassi, preferendo lo stoccaggio.
Non solo cereali: a soffrire è anche il settore corilicolo. La Nocciola Tonda Gentile Trilobata ha raggiunto un prezzo di circa 500/550 euro/quintale, ma la produzione è drasticamente diminuita, con una contrazione di raccolta fino al 60% in meno sugli scorsi anni. Tra le cause ravvisabili, le temperature estive troppo elevate che hanno stressato le piante e, ad inizio anno, le continue piogge che hanno compromesso l’impollinazione.
A vendemmia ancora in corso per alcuni, c’è molta incertezza sui prezzi e si prospetta un quadro economico presumibilmente negativo per la maggior parte delle uve del territorio, nonostante una buona produzione in termini di qualità. Le rilevazioni camerali dei prezzi non sono ancora avvenute, ma alcuni produttori riferiscono di avere conferito il prodotto senza avere definito il prezzo.
L’agricoltura alessandrina non attraversa un buon momento, con le conseguenze dovute al cambiamento climatico (estati torride, siccità alternata a precipitazioni da climi tropicali) e alle continue alluvioni. Inoltre, le importazioni dall’estero incidono anche sull’economia del territorio, con gli oltre 10 milioni di quintali di grano tenero portato in Italia per l’industria dolciaria, più della metà dei quali destinati in Piemonte.
Cia e Confagricoltura sostengono che le dinamiche di mercato dovrebbero considerare, nella definizione del prezzo, anche i costi che gli agricoltori sostengono per la produzione delle materie prime. Costi che, negli ultimi tre anni hanno subito un considerevole aumento, con un picco insostenibile nel 2023 i cui riflessi incidono ancora oggi.
Dichiara Paola Sacco, presidente di Confagricoltura Alessandria: «Inevitabilmente, anche il comparto agricolo alessandrino risente di un contesto internazionale tutt’altro che positivo. L’ultima “tegola” arriva da Bruxelles, dove si sta discutendo sulla nuova Pac. L’agricoltura italiana ed europea si trovano oggi a un punto di svolta e le decisioni che le istituzioni della UE dovranno prendere nei prossimi mesi plasmeranno in modo decisivo il nostro modello agricolo e determineranno il futuro del settore, anche nella nostra provincia. Siamo fortemente preoccupati. La politica agricola europea vuole mettere meno risorse per le imprese, concentrate in un solo fondo e stanziate sulla base di piani non più unionali, ma statali. Abbiamo bisogno dell’esatto opposto: semplificazione burocratica, più budget e maggiore distribuzione della catena del valore. Le aziende agricole hanno diritto a una giusta remunerazione e i consumatori a trovare sugli scaffali dei supermercati prodotti di qualità, tracciabili e ad un prezzo equo».
Daniela Ferrando, presidente Cia Alessandria-Asti: «In un contesto economico come quello attuale, è sempre più difficile garantire un futuro sostenibile alle attività agricole. Le aziende sono chiamate a operare tra variabili che sfuggono al loro controllo: eventi climatici estremi sempre più frequenti, gli effetti del cambiamento climatico che compromettono la regolarità delle produzioni, e una burocrazia sempre più pesante che sottrae tempo, risorse ed energia al lavoro nei campi, importazioni selvagge. A tutto questo si sommano incertezze di mercato e ritardi nei sostegni. È indispensabile che le istituzioni riconoscano il valore strategico dell’agricoltura, intervenendo con misure concrete di semplificazione e sostegno, altrimenti il rischio reale è quello di perdere imprese, territori e un patrimonio produttivo che non è più in grado di reggere da solo”.