Capodanno: spenderemo a tavola 1,2 miliardi di euro

In poche ore gli italiani spenderanno circa 1,2 miliardi di euro per consumare il tradizionale cenone di fine anno. Il conto è presto fatto: 18 euro per persona. Questa la stima dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori ricavata sulla media della spesa che verrà affrontata sia per i pasti domestici che per i classici cenoni, organizzati in locali, esercizi e negli agriturismi.

In casa e fuori – Il cenone “fuori casa” – rileva la Cia – viene proposto in una forbice che va dai 40 ai 120 euro, mentre tra “le mura domestiche” è possibile contenere la spesa entro le 20/25 euro per persona. Oltre l’80 per cento degli italiani rispetterà il menù tradizionale, ancora molto legato alle varie abitudini territoriali, gli altri spazieranno tra l’etnico e le ricercatezze enogastronomiche, nazionali e mondiali. Nella “top 5” dei prodotti più consumati per la notte che saluta l’anno, le lenticchie, il cotechino, lo zampone, lo spumante e il panettone. Ma è altissimo anche il consumo di salsicce, anguille, capitoni e pesce azzurro, oltre che di pasta all’uovo e frutta secca. Tra l’altro -rivela la Cia- in questa serata, si concentra anche il maggior consumo di tartufi nel nostro paese, con una prevalenza di quello nero sul bianco anche perché ha un prezzo più accessibile.

Agriturismo – Prosegue – spiega la Cia – il trend positivo degli ultimi anni, per i cenoni organizzati all’interno di agriturismi, dove il prezzo oscilla tra 50 e 80 euro a coperto. Le presenze saranno sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno, con un incremento che non dovrebbe superare il 2 per cento. Tengono, sostanzialmente, i tradizionali cenoni e veglioni in locali, ristoranti ed esercizi vari ma cresce il numero delle persone che festeggia in casa con parenti e amici, forse anche consigliati dal periodo di crisi economica. Altro dato significativo -conclude la Cia- è quello relativo alla spesa complessiva per gli alimenti del cenone, che cresce in valore (+3/5 per cento) e diminuisce in volume (-5/6 per cento). Insomma, si spende di più e si compra di meno.

 

 

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