La vendemmia 2005 a nord-est sarà decisamente orientata verso la qualità. Quest’anno, infatti, verranno vendemmiati circa un milione e duecentomila quintali in meno di uva, con una quantità media in calo del 10% rispetto al 2004. La raccolta delle cosiddette uve precoci, ovvero quelle utilizzate per la base spumante, è cominciata e si stanno già vendemmiando, nella zona del Trento DOC, della Franciacorta e dell’Oltrepo Pavese, le uve di Chardonnay, di Pinot Bianco e di Pinot Nero. E’ imminente, inoltre, anche la raccolta dell’Asti e del Valdobbiadene Prosecco Doc, altri due protagonisti del mondo degli spumanti italiani che nel 2004 hanno registrato, rispettivamente, una produzione di settanta e di quaranta milioni di bottiglie. Globalmente, si è registrato un calo significativo dei prezzi all’origine delle uve da spumante, dovuto sia all’inserimento nei mercati mondiali di altri competitors esteri, come il Cava, sia all’entrata in scena di nuovi concorrenti nazionali, di "vicini di casa" che si sono recentemente interessati al nobile mondo delle bollicine. Il Pinot Bianco e lo Chardonnay hanno registrato in Trentino un calo del 30%, arrivando a valere attualmente circa 70 Euro. Per quanto riguarda il prezzo delle uve dell’Asti (stimato 95 Euro al quintale), si segnala un incremento del 10%, grazie agli accordi presi al tavolo di concertazione che riunisce produttori e industriali, finalizzati ad ottenere il controllo dell’andamento dei prezzi, con conseguente riduzione delle rese per ettaro. Anche nella zona della Franciacorta e dell’Oltrepo Pavese i prezzi delle uve di Chardonnay e Pinot sono diminuiti, sebbene in maniera meno drammatica (il calo si attesta intorno al 10%).
In un contesto economico così critico, il Valdobbiadene Prosecco Doc è in netta controtendenza, poichè non registra alcun calo dei prezzi all’origine, mantenendo le sue quotazioni in una fascia che va dagli 80 Euro ai 100 Euro al quintale, mentre l’Igt ha visto dimezzare nell’ultimo anno il proprio valore. Come spiega Gianluca Bisol, general manager dell’omonima storica Azienda «Il trend positivo del Valdobbiadene Prosecco Doc, che continua a guadagnare l’attenzione di fasce di mercato sempre più alte, è la prova che, per far fronte ad uno scenario mondiale sempre più affollato e competitivo, bisogna difendere la tipicità dei vitigni autoctoni italiani, facendo in modo che la loro identità non venga annacquata nel mare magnum globale».
Il Valdobbiadene Prosecco Doc di Bisol rappresenta, in particolare, un caso emblematico: la storica azienda valdobbiadenese, infatti, ha sempre investito le sue risorse nel valore della qualità all’origine, facendo del legame con il territorio il principale punto di forza e tutelando, attraverso iniziative di comunicazione mirate, le preziosa e fragile identità della Denominazione dell’alta collina trevigiana. Il successo globale dei Bisol, viticoltori in Valdobbiadene dal 1542, è frutto di decenni di impegno sul fronte qualitativo e di investimenti continui nel campo dell’innovazione che, unite a strategie di marketing pionieristiche, hanno permesso allo storico marchio di diffondersi in ogni angolo del mondo e, soprattutto, di godere di una credibilità e di un prestigio che, è proprio il caso di dirlo, non ha prezzo.
Simona Trevisi