Italiani a tavola, consumi in frenata nel 2006

Gli italiani stringono la cinta a tavola e anche nel 2006 i consumi domestici per l’alimentazione hanno fatto registrare, in quantità, un calo dell’1,2% rispetto al 2005, con un crollo netto per gli ortofrutticoli e segnali negativi per carne, pasta e pane. È quanto emerge dalla previsioni elaborate dalla Cia – Confederazione Italiana Agricoltori, che non manca tuttavia di evidenziare come cenni di risveglio nelle vendite si riscontrino proprio in questo periodo di feste natalizie, con un +1% rispetto allo scorso anno. Secondo le previsioni della Cia le famiglie italiane dovrebbero spendere per i consumi domestici poco più di 133 miliardi di euro, pari a circa il 20% dei consumi totali.  Il 2006 è stato quindi un anno all’insegna del contenimento, durante il quale gli italiani hanno preferito fare acquisti più oculati, lasciando da parte quelli superflui. Non stupisce la pesante flessione del -7,5% nei consumo ortofrutticoli, causata dall’impennata nei prezzi al consumo che si registra già da alcuni anni (dai campi alla tavola il costo aumenta di ben 20 volte). La Cia stima che si spenderanno per la frutta oltre 3,2 miliardi di euro e per gli ortaggi 2,6 miliardi di euro, fermo restando che l’acquisto di prodotti ortofrutticoli incidono sulla spesa domestica alimentare del 18%, posizionandosi tra il settore delle carni (21,9%) e quello del pane (17%). Due settori che per altro non godono nemmeno di ottima salute. Le carni sono infatti in calo del 2,2%, un dato ripartito tra carni avicole (-5,5%), carni suine (-0,4%) e bovine (-0,3%), e salumi (-1,8%). Stessa situazione per i derivati dei cereali come pane e pasta, le cui vendite sono diminuite del 3%, e per il comparto olio e grassi (-9,2% per l’olio d’oliva, -2,1% per il burro e -30% per la margarina. In controtendenza le bevande analcoliche, su tutte l’acqua con un +3,5%, tè e caffè con una crescita dell’1%. Sostenuti i consumi di latte e yogurt, per cui si prospetta tuttavia una crescita del 2,5%. Secondo la Cia oltre ai problemi economici e ai rincari che hanno caratterizzato molti prodotti alimentari, uno dei fattori che più ha condizionato la spesa alimentare degli italiani è la sicurezza e la genuinità dei cibi, una questione su cui spesso i consumatori si interrogano disorientati, stando molto attenti al rapporto qualità-prezzo.

Simona Trevisi

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