Patto per l’agroalimentare. Il PD premia il rapporto consumatore-produttore

La terza parte della nostra inchiesta approfondisce il programma del Pd (già analizzato da agricultura.it in parallello al programma del Pdl), proprio alla vigilia voto de 13 e 14 aprile. Il Partito Democratico propone un ‘patto di legislatura’ con gli attori della filiera agroalimentare con il preciso obiettivo di dare valore al ruolo innovativo che l’agricoltura, la ruralità e la pesca rappresentano per l’economia italiana.

Il Forum nazionale tematico agroalimentare – La presentazione ufficiale delle proposte è avvenuta a Vercelli nel mese di marzo, in occasione della tappa di Walter Veltroni nella cittadina, ed è stata curata da Maria Grazia Mammuccini del ‘Forum nazionale tematico agroalimentare’ del PD alla quale agricultura.it ha rivolto alcune domande:

Quali sono i punti fondamentali del programma agricolo del Partito Democratico? – “Un programma di governo su un tema come quello agricolo non può essere affrontato senza tenere conto dei profondi mutamenti in corso: demografici, migratori, tecnologici, energetici, climatici. L’agricoltura è al centro di questi cambiamenti e deve rappresentare il cuore di una concezione moderna dello sviluppo basata sulla qualità e su un rinnovato rapporto tra uomo e natura. Per questo – sottolinea Mammuccini – i punti fondamentali del programma si possono sintetizzare in tre filoni fondamentali. In primo luogo, tra gli impegni strategici c’è quello di mettere il cittadino-consumatore al centro del sistema agroalimentare, anche nel rapporto con il produttore: il cibo rappresenta la scelta di uno stile di vita e il consumatore deve essere messo in condizione di poter scegliere con consapevolezza. La produzione agricola è il primo e fondamentale momento del ciclo produttivo: informare e garantire la sicurezza alimentare al consumatore è dunque obiettivo primario. Tutto ciò deve passare dal sostegno e rilancio dei mercati locali e della filiera corta e dalla promozione di filiere organizzate in maniera trasparente, in grado di garantire non solo la qualità ma anche la giusta remunerazione del prodotto e quindi del prezzo del prodotto stesso. Questo percorso fondamentale non può prescindere poi dalla scelta di un’agricoltura non omologata e OGM free: ciò vuol dire sostenere ricerca e innovazione nel campo delle biotecnologie, garantendo la compatibilità con tale prospettiva nel pieno rispetto del principio di precauzione”.

Come si può far crescere la competitività del tessuto delle imprese?  – “Quello della competitività è un altro principio guida del programma che intende la ‘globalizzazione come opportunità’. Per rafforzare la competitività occorre agire su più fronti – spiega Mammuccini – tra cui rafforzare gli elementi di qualità e distintività  della produzione agricola nazionale, difendendo e rafforzando in sede europea e internazionale i marchi di denominazione di origine aumentando anche i sistemi di controllo per combattere le frodi alimentari e le agro piraterie; la promozione di una politica agricola europea orientata al mantenimento di un adeguato livello di risorse per il settore e al riequilibrio verso le politiche di sviluppo rurale. Altro elemento fondamentale è la semplificazione e diminuzione del carico burocratico e amministrativo per le imprese agricole”. 

All’inizio del suo intervento fa riferimento ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità. Quali sono in questo senso le vostre proposte? – “L’agricoltura ha un ruolo fondamentale per l’ambiente: l’impegno deve dunque essere quello di sostenere questo contributo fondamentale dell’agricoltura in termini di difesa idrogeologica, forestazione, produzioni a basso impatto e sviluppo del biologico, favorendo modelli di sviluppo sostenibili e incentivando lo sviluppo delle fonti energetiche di origine agricola. Agricoltura, foreste e territorio dunque, come garanti delle generazioni future: per far questo occorre dunque promuovere la diffusione dell’agricoltura biologica favorendo il recupero e la valorizzazione della biodiversità; l’uso sostenibile della risorsa idrica; promuovere politiche forestali anche attraverso un piano nazionale di settore e incentivare la multifunzionalità dell’impresa agricola e forestale per la gestione e manutenzione del territorio e del paesaggio; sviluppare le agrienergie secondo modelli sostenibili a partire dall’approvvigionamento locale delle materie prime e dell’integrazione di filiera; integrazione degli interventi comunitari, nazionali e regionali per lo sviluppo dei territori rurali. Concludo sottolineando anche l’impegno per la ricerca e l’innovazione e per innovare il sistema di garanzie e sicurezze per i lavoratori dell’agroalimentare incentivando il ricambio generazionale e valorizzando il ruolo delle donne nell’impresa agroalimentare. Perché una buona agricoltura moderna e sostenibile si può fare”.

Anna Savelli

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