La Chianina celebra i cento anni della morte del suo padre selezionatore

Moriva cento anni fa Ezio Marchi, il padre della Chianina, la mucca italiana più conosciuta ed esportata al mondo e celebre perchè dal suo costato si ricava la celebre bistecca Fiorentina. Molte le iniziative in programma tra convegni, degustazioni, mostre e pubblicazioni. Ezio Marchi nacque a Bettolle, nella Valle della Chiana senese, il 28 giugno 1869, si laureò a Pisa a soli venti anni in zooiatria e di lì a poco fu chiamato a ricoprire la prima cattedra in zootecnia presso l’Università di Perugia. Giovane insegnante studiò assiduamente numerose specie zootecniche, dedicando molto del suo lavoro alla ricerca e al miglioramento genetico della razza autoctona chianina su cui scrisse numerosi trattati. Promotore del metodo pratico e scientifico il Prof. Marchi contribuì a rinnovare la zootecnia italiana, privilegiando la sperimentazione e le conoscenze acquisite sul campo rispetto alle vecchie teorie scolastiche.

Da studioso e ricercatore mirò a formare una coscienza nazionale zooeconomica volta ad apportare un diffuso benessere al paese e soprattutto un effettivo miglioramento delle condizioni di vita della gente di Valdichiana. Propositi questi che coincidevano con gli ideali di giustizia ed uguaglianza che erano alla base della sua formazione politica ispirata al pensiero socialista di cui si fece portavoce. Nel gennaio 1907 il Governo Italiano riconosciuti i suoi meriti di ricercatore e studioso gli affidò l’incarico di una missione in Eritrea. E avrebbe probabilmente contribuito ancora alla scienza italiana se la morte non lo avesse colto così giovane. Tornato in Italia, infatti, dopo alcuni mesi il Professore fu colpito da una grave malattia all’orecchio che lo condusse in breve tempo alla morte, avvenuta  il 25 luglio 1908, all’età di soli 39 anni.

Laureato all’Università di Pisa il Prof. Ezio Marchi ricoprì la prima cattedra di Zootecnia dell’Università di Perugia. Instauratore in Italia del metodo pratico e scientifico (Zootecnia scientifica) dedicò i suoi primi studi alla ricerca e al miglioramento genetico della razza autoctona chianina. Al fine di migliorare le condizioni di vita della gente comune, studiò il modo per rendere più economica la produzione del bestiame introducendo così il principio di utilità sociale della zootecnia. La sua formazione politica ispirata agli ideali di giustizia e uguaglianza lo avvicinarono al partito socialista di cui fu “apostolo” in Valdichiana. Ricoprì numerosi incarichi universitari, associativi ma anche politici e governativi come la missione nella Colonia Eritrea del 1907 e dello stesso anno l’elezione di Consigliere Provinciale come rappresentante del partito socialista. Colpito da una grave malattia all’età di soli 39 anni morì all’apice della sua carriera colpito da meningite purulenta conseguente ad otite. Alla memoria dell’illustre professore due anni dopo Bettolle dedicò un monumento in ricordo di colui che fu “esempio di carattere e rettitudine”.

L’intervento del Comitato – Decorrono in questi giorni i 100 anni dalla morte del professor Ezio Marchi. Era, infatti, il 25 luglio del 1908 quando a Scandicci nella casa del cugino moriva a soli 39 anni per meningite purulenta conseguente ad otite questo illustre personaggio. Il circolo culturale Ezio Marchi di Bettolle dopo le iniziative svolte in suo onore ai primi di giugno nell’ambito della festa della  “La Valle del Gigante Bianco”, ricorda con stima e affetto questo illustre concittadino considerato “il Padre della razza chianina”. E’ proprio a lui, infatti, che si devono i primi studi per la selezione e l’allevamento in termini moderni di questo animale. Egli riteneva che il miglioramento della razza chianina potesse apportare uno sviluppo a tutta la Valdichiana  e in particolar modo benessere diffuso alla popolazione che abitava nelle campagne e che lui ben conosceva.

La commozione e l’ammirazione all’indomani della morte fu tale che, come riportano i documenti in nostro possesso, si diede vita ad un Comitato pro-ricordo Ezio Marchi che ebbe il compito di raccogliere libri, articoli, recensioni ecc., formando così quello che oggi è l’Archivio Storico del prof. Ezio Marchi. Questo materiale di indubbio valore ci ha permesso di comprendere a pieno l’importanza di questo uomo di scienza al quale il Comitato, facendosi  promotore di una raccolta di fondi, dedicò anche un monumento inaugurato a Bettolle nel 1911 e tutt’oggi presente nel centro storico del paese.

Come Circolo Culturale, “eredi” del Comitato, portiamo avanti la testimonianza, la modernità, l’innovazione del lavoro svolto da Ezio Marchi, sia nel campo scientifico zootecnico, che politico, sociale e culturale.

Leggendo e sfogliando i suoi documenti, emergono sempre nuovi aspetti dell’uomo, non solo come innovatore e instauratore della zootecnia scientifica in Italia, ma anche come personaggio moderno e attuale che forte delle sue idee ispirate al pensiero socialista e ai principi di giustizia e uguaglianza dimostrò un attaccamento alla sua terra d’origine e alla gente che vi abitava.

Riscoprire Ezio Marchi oggi vuol dire valorizzare e rivendicare le nostre tradizioni, la nostra cultura, ma soprattutto è un esempio positivo di serietà onestà e capacità da far conoscere e apprezzare alle generazioni più giovani, e non solo.

Riccardo Terrosi (Presidente Circolo Culturale Ezio Marchi di Bettolle)

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