Il capriolo italico torna in Aspromonte dopo due secoli

Dopo circa due secoli torna in Aspromonte, grazie alla volontà dell’Ente Parco, il “capriolo italico”. Il rilascio di 8 animali è avvenuto oggi lunedì 2 marzo a seguito di un  lungo iter, iniziato nel 2003. I caprioli appartengono geneticamente del ceppo “italico”, una razza le cui origini sono millenarie, ma oggi in via di estinzione. I caprioli che verranno introdotti in Aspromonte provengono dalla Maremma toscana,  area nella quale da anni vengono studiate le caratteristiche genetiche delle popolazioni presenti, ed in particolare grazie all’impegno dell’Assessore alla caccia della Provincia di Grosseto Gian Carlo Bastianini

Il Parco dell’Aspromonte – "Il Parco Nazionale dell’Aspromonte ha fortemente voluto questo progetto – spiega Antonino Siclari, Consigliere dell’Ente – con la convinzione che questo progetto rappresentasse una occasione non soltanto di l’arricchimento delle proprie biocenosi, ma anche strumento di crescita e confronto culturale con la popolazione locale".

Il progetto – "Tutto è iniziato nel 2003 – spiega Lilia Orlandi, responsabile dell’Area Fauna di Dream Italia, la Società incaricata del Progetto– con uno studio sulla fattibilità che è durato due anni, che ha permesso di verificare se oggi esistono le condizioni idonee per affrontare un progetto di reintroduzione, questo sia analizzando le caratteristiche ambientali del territorio del Parco, ma anche i potenziali fattori limitanti di diversa natura, quali la presenza di cani vaganti, il pascolo eccessivo, il bracconaggio".
L’Ente Parco successivamente presenta alle autorità competenti il progetto di Dream Italia, che ottiene tutte le autorizzazione necessarie ad avviare la fase attuativa con il trasferimento dei primi animali nell’autunno 2008. Non soltanto, la Comunità scientifica Nazionale, nelle numerose occasioni di incontro sul tema della conservazione del capriolo italico, individua nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, con i suoi 70mila ettari di territorio, un’area prioritaria di intervento. Le uniche zone in Italia in cui sopravvive il capriolo originario italico sono la Tenuta presidenziale di Castelporziano (Roma), l’Orsomarso (Cs) nel Parco nazionale del Pollino, e la Foresta Umbra nel Gargano, tutte non in grado di fornire soggetti fondatori a causa delle basse densità e delle difficoltà di prelievo. L’unica area in grado di fornire animali, di recente individuazione, si trova a cavallo tra la provincia di Grosseto e Siena, nella Toscana meridionale. Ed è con un impegno in prima linea della Provincia di Grosseto. "Quello dell’Aspromonte – parla Sandro Nicoloso, tecnico faunistico di Dream – è uno dei progetti di reintroduzione più ambiziosi, a causa delle difficoltà tecniche e logistiche che lo caratterizzano. Le lunghe distanze di trasferimento dalle aree di origine a quelle di destinazione sono per esempio ritenute particolarmente critiche per la buona riuscita di tutta l’operazione. Per questo motivo la maggior parte degli animali rilasciati nel primo anno saranno muniti di radiocollare satellitare che consentirà in tempo reale il monitoraggio della sopravvivenza e dell’adattamento al nuovo habitat".

Già un successo -"Il successo della prima sessione di rilascio avvenuta nell’autunno scorso – prosegue Antonino Siclari, Responsabile del Progetto per conto dell’Ente Parco – è in gran parte dovuto all’appoggio della popolazione locale. L’Ente parco fin dal principio, ha infatti realizzato numerosi momenti di divulgazione e di formazione nei confronti del mondo venatorio ed di tutta la comunità aspromontana, consapevole che il coinvolgimento della stessa avrebbe rappresentato un elemento chiave per la riuscita dell’intero progetto". 

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